Categoria: abstract

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Valdo Spini, L’impegno politico del cristiano evangelico

Dietrich Bonhoeffer e Martin Luther King sono un punto di riferimento di tutto il mondo cristiano: due figure di pastori che si impegnarono anche nella politica. Certamente non ci devono essere sovrapposizioni tra fede e politica, intesa quest’ultima come l’insieme delle pratiche e delle tecniche per la conquista del potere e del suo mantenimento teorizzate e rese autonome dalla morale religiosa da Niccolò Machiavelli col suo Principe. Ma un rapporto molto stretto tra fede e politica c’è, ed è sul piano dei grandi valori e dei grandi principi, nelle conseguenze di quel secondo comandamento del Cristiano: «Ama il tuo prossimo come te stesso». I grandi valori e i grandi principi del cristianesimo vanno testimoniati anche nella sfera politica e tanto più nell’etica della responsabilità del cristiano evangelico.

Valdo Spini, The Political Commitment of a Protestant Christian

Dietrich Bonhoeffer and Martin Luther King are points of reference in the whole of the Christian world: two ministers who were also committed in politics. Obviously, faith and politics cannot be superimposed, if by politics we mean all the actions and techniques to conquer and keep power, as theorized by Machi- avelli in his Principe, according to which they were to be kept separate from re- ligious Ethics. However, there is a close relationship between faith and politics, at the level of the great values and great principles, because of the consequenc- es of the second commandment of a Christian: «Thou shalt love thy neighbour as thyself». The great values and principles of Christianity must be testified also in the political sphere, and even more in the ethics of responsibility of a Prot- estant Christian.

Gerhard Sauter, Perdono invece di giustificazione?

La distinzione tra la «giustificazione per fede» (tesi centrale della identità teologica protestante) e il «perdono dei peccati» (oggi dizione molto adoperata) informa questo breve testo. Lo scopo è quello di chiarire termini che si presta- no a confusione. Ciascuna nozione individua un senso preciso dell’argomento di cui qui si tratta. Il testo sorpassa poi questo unico scopo e ricorda il senso anche personale di queste dizioni teologiche.

Gerhard Sauter, Forgiveness instead of Justification?

The distinction between «justification by faith» (the central thesis of the Prot- estant theological identity) and «forgiveness of sins» (a term widely used today) is the subject of this short essay. The purpose is to clarify terms that lend them- selves to confusion. Each notion identifies a precise meaning of the subject in question here. The essay then goes beyond this sole purpose and recalls the per- sonal sense of these theological terms.

Fulvio Ferrario, Escatologia cristiana. Alcuni apporti alla discussione

L’articolo propone alcune recenti presentazioni, cattolico-romane e protestanti, del trattato dogmatico sull’escatologia. Su alcuni punti, come ad esempio il rapporto tra interpretazione biblica e riflessione sistematica, è possibile registrare una certa omogeneità di metodo; su importanti questioni di contenuto (in particolare quella dell’immortalità dell’anima) il dibattito cattolico risulta molto influenzato da alcuni pronunciamenti magisteriali e dal fatto che sul tema era intervenuto un professore di teologia poi diventato papa. Il testo si conclude con l’indicazione di alcuni snodi problematici alla base di ulteriori approfondimenti.

Fulvio Ferrario, Christian Eschatology. Some Contributions to the Discussion

This article offers some recent presentations, both Roman Catholic and Protestant, of the Dogmatic treaty on Eschatology. On some points, such as, for instance, the relationship between biblical interpretation and systematic comments, we can notice that the method is homogeneous; on some important instances of content (in particular the immortality of the soul) the Catholic debate appears to be very influenced by some magisterial edicts (manifestos) and by the fact that the theme had been treated by a professor of Theology who later became a pope. At the end of the Essay, some problematic pivots are indicated, as the basis of further investigations.

Barbara Faes, Karl Barth e Charlotte von Kirschbaum: comunione per necessità o possibilità impossibile

Viene presentata per la prima volta in traduzione italiana una selezione di lettere riguardanti la storia della relazione affettiva e intellettiva di Barth e von Kirschbaum. Essa è corredata di un’ampia introduzione storica che intreccia il piano biografico, il teologico, l’ecclesiale e il politico dell’attività scientifica e universitaria di Barth. Quando i due si conoscono egli è sposato e padre di cinque figli e tale resterà per tutta la vita. Il loro rapporto, inizialmente di forte attrazione, in breve tempo evolve in amore, un amore che si realizza anche nell’assiduo lavoro in comune. Charlotte, infatti, inizia ben presto a collaborare con Barth, che colpito dalle sue eccezionali capacità lavorative e organizzative la assume a tempo pieno e la invita ad andare a coabitare nella sua famiglia. La giovane accetta e inizia così quella che verrà chiamata «comunione per necessità» o «possibilità impossibile» che comporterà tensioni e crisi nella famiglia allargata, appianate soltanto dopo il trasferimento di Barth in Svizzera. Dalla lettura del carteggio emergono alcuni tratti comuni ai due personaggi: la sincerità, non solo reciproca ma anche verso la moglie, la più bisognosa di sostegno e chiarimenti; il fatto che essi non si sottraggano mai alle loro responsabilità e al carico di sofferenza e dolore della loro situazione nella consapevolezza che essa è immodificabile, senza sviluppo.

Barbara Faes, Karl Barth and Charlotte von Kirschbaum: Communion by Necessity, or Impossible Possibility

A selection of the letters regarding the history of the affectionate and intellectual relationship between Barth and von Kirschbaum is offered, for the first time, translated into Italian. It provides an ample historical introduction, which connects the biographic, theological, ecclesial and political levels of the scientific and university activities of Barth. When the two met, he was married with five children. He would remain married for the rest of his life. Their relation- ship, initially based on a strong physical attraction, soon became love, a love which also included their constant work in common. Charlotte soon started collaborating with Barth, who was impressed by her exceptional ability to work and organize; he enrolled her full time and invited her to go and live with his family. The young woman accepted, and that was the beginning of what would be called “communion by necessity” or “impossible possibility”, which caused tensions and a crisis in the enlarged family. It would be smoothed down only after Barth moved to Switzerland. The correspondence shows some common traits of the two characters: sincerity, not only between each other, but also to- wards the wife, the one who needed more support and clarifications; they did not deny their responsibilities and the load of suffering and pain of their situation, at the same time realizing that the situation could not be changed and offered no development.

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Paolo Ricca, Leggere tra le righe della Sacra Scrittura

Questo contributo alla raccolta in onore di Enrico Benedetto rileva la dimensione affettiva di un’esistenza cristiana, circoscritta nei termini di un amore di Dio di cui la figura di Maria si presta come paradigma. Tale esistenza si concretizza nell’imitazione di Cristo e nella memoria delle «misericordie» operate da Dio.

Paolo Ricca, Reading between the Lines of Holy Scripture

This contribution to the collection in honour of Enrico Benedetto highlights the affective dimension of a Christian existence, which is circumscribed in terms of a love of God of which the figure of Mary can be used as a paradigm. This existence is realised in the imitation of Christ and in the memory of the “mercies” operated by God.

Jérôme Cottin, Pour que la théologie pratique devienne poétique et liturgique

Due brevi preghiere pubblicate nel Livre de prières (2008) sono presentate, commentate e contestualizzate. Esse rappresentano l’occasione, per l’autore, di sostenere l’importanza per la teologia pratica di diventare più liturgica e più poetica, il che corrisponde alla «svolta estetica» che si può osservare, da alcuni anni, nella teologia pratica e nella teologia protestante.

Jérôme Cottin, Pour que la théologie pratique devienne poétique et liturgique

Two short prayers published in the Livre de prières (2008) are illustrated, commented and referred to the present in this article. The Author uses them as an occasion to highlight the importance for Practical Theology to become more liturgical and poetic, which is in line with the “aesthetic change” which has lately characterized Practical Theology and Protestant Theology.

Letizia Tomassone, Chi è Lei?

In questo articolo presento un inno scritto da un teologo riformato, Brian Wren, una confessione di fede che presenta D** con immagini e linguaggio femminile. Molte comunità di donne intorno al mondo sono impegnate a trasformare le liturgie delle chiese per dar conto della presenza delle donne e di altri soggetti resi invisibili dalla teologia classica. L’accompagnamento e l’impegno di un uomo come Wren per creare linguaggi e pratiche inclusive nella chiesa non può che rafforzare la costruzione di spazi più giusti e abitabili per tutte le persone che esprimono la loro identità fuori dalle categorie etero-normative e duali del patriarcato.

Letizia Tomassone, Who is She?

In this Article, I introduce a hymn written by a Reformed theologian, Brian Wren, an Affirmation of Faith which introduces G** using feminine images and language. Many communities of women around the world are committed to transforming the liturgies of Churches to take into account the presence of women and other subjects who are kept invisible in traditional Theology. The support and commitment of a man like Wren in creating inclusive languages and practices in the Church, cannot but reinforce the building of more just and habitable spaces for all the persons who utter their identity outside the dual and outside-rules of patriarchy.

Corinne Lanoir, Conversare con Dio da diverse culture

Conoscendo l’interesse di Enrico per gli indiani del Canada, desidero offrirgli qui una preghiera di altri indiani dal sud del continente americano. Presenterò prima questa preghiera fiduciosa al dio creatore dei popoli andini nel contesto dell’«incontro fallito» dei popoli originari del continente con il cristianesimo imposto dai colonizzatori. Accennerò ad alcuni elementi della situazione attuale e proporrò alcune riflessioni sulla possibilità di parlare a Dio con le parole di un’altra cultura.

Corinne Lanoir, Conversation with God in Different Cultures

Knowing Enrico’s interest in Canadian Indians, I would like to offer him a prayer composed by other Indians, of the Southern American continent. I will first present this prayer, composed by the Andean peoples, which is full of con- fidence in god the creator – in the context of the “failed encounter” between the native peoples of the continent and Christianity as imposed by colonizers. I will mention some elements of the present situation and will suggest considering the possibility of talking to God using the words of another culture.

Daniele Garrone, L’empio Manasse, la preghiera a lui attribuita e le sue fortune

Il re Manasse, secondo II Re 21, è certamente un campione di empietà. Il pentimento e la preghiera che II Cronache 33 gli attribuisce sembra attenuare la contraddizione tra la sua impunità empietà e il fatto che il suo sia stato il più lungo dei periodi di regno di Israele Giuda. Tra gli apocrifi dell’Antico Testamento compare anche una Preghiera di Manasse, che ha avuto grande fortuna in ambito cristiano, ma di cui è stata rinvenuta una versione ebraica nella Geniza del Cairo. Ne esiste anche una versione in occitano, circolante tra i valdesi medievali. Tra i Salmi apocrifi di Qumran compare anche un’altra preghiera attribuita a Manasse. Queste brevi note intendono presentare alcune delle tappe e dei testi principali della ricezione della figura di Manasse e della sua preghiera.

Daniele Garrone, Impious Manasseh, the Prayer Attributed to Him and Its Fortunes

King Manasseh, according to 2 Kings 21, is certainly a champion of impiety. The repentance and prayer that 2 Chronicles 33 attributes to him seems to mitigate the contradiction between his ungodly impunity and the fact that his was the longest of Israel-Judah’s reigns. Among the apocrypha of the Old Testament there is also a Prayer of Manasseh, which has had great fortune in Christian Churches, and of which a Hebrew version has been found in the Cairo Geniza. There is also a version in Occitan, which circulated among the medieval Waldensians. Another prayer attributed to Manasseh appears also among the apocryphal Psalms of Qumran. These brief notes aim to present some of the main stages and texts in the reception of the figure of Manasseh and his prayer.

Annegret Reitz-Dinse, Parole che saziano. Salmo 145,15-16, la preghiera tra culto pubblico e spiritualità privata

Il libro dei Salmi nella bibbia è una raccolta di preghiere ebraiche che oltre al loro uso nel tempio a Gerusalemme e nella liturgia ebraica hanno anche giocato un ruolo importante per il culto cristiano. L’esempio del salmo 145, 15- 16 serve a vedere la trasformazione che si è creata con la ricezione all’interno della spiritualità cristiana. Le traduzioni in lingue parlate e le composizioni di musicisti mostrano la ricchezza della cultura protestante europea nella quale l’Italia e la Germania possono guardare a dei legami di scambio culturale veramente fecondi.

Annegret Reitz-Dinse, Satiating Words. Psalm 145. 15-16: Prayer between Public Service and Private Spirituality

The Book of Psalms in the Bible is a collection of Hebrew prayers, which, besides their use in the Temple in Jerusalem and the Hebrew Liturgy, have played an important role in the Christian Service. The example of Psalm 145. 15-16 is useful to point out the transformation, which appeared when it was received within Christian spirituality. The translations in spoken languages and the compositions by musicians show the richness of the European Protestant culture, inside which Italy and Germany can find connections of very fecund cultural exchanges.

Yann Redalié, Cherchez… la prière. Marco 9,14-29

«Questa specie di spiriti non si può cacciare in altro modo che con la preghiera» (Mc. 9,29), così risponde Gesù alla domanda dei discepoli sul perché loro non avessero potuto guarire «il ragazzo tormentato da uno spirito maligno» (Mc. 9,14-29). Eppure, non è con la preghiera che Gesù ha scacciato lo spirito sor- domuto, ma con un esorcismo. Siamo, dunque, rimandati al dialogo centrale e paradossale con Gesù e al grido del padre del ragazzo, che confessa nello stesso soffio la fiducia e la mancanza di fiducia. Fede e preghiera vengono proposte come dialogo di verità, che svela la propria fragilità nel dibattito, in ogni cre- dente, tra fede e incredulità, tra vita e morte, dinanzi a Cristo.

Yann Redalié, Cherchez… la prière. Mark 9.14-29

“This kind can come forth by nothing, but by prayer and fasting” (Mk.9, 29), this is the answer given by Jesus to his disciples’ question – why they were not able to heal the boy “which hath a dumb spirit” (Mk. 9,17). And yet, it is not with prayer that Jesus cast out the deaf and dumb spirit, but with an exorcism. We are, therefore, sent back to the central and paradoxical dialogue with Jesus and to the cry of the boy’s father, who confesses in the same breath his faith and his lack of faith. Faith and prayer are suggested as a dialogue of truth, which re- veals one’s frailty in the debate, of every believer between faith and incredulity, between life and death, in front of Christ.

Eric Noffke, Romani 9,5. Una dossologia cristologica?

In Rom. 9,5 incontriamo una misteriosa dossologia: è rivolta a Dio, come avviene di solito nelle lettere dell’apostolo, oppure a Cristo, che verrebbe allora identificato con Dio? Entrambe le soluzioni hanno dalla loro parte argomenti importanti. Con una preferenza per l’interpretazione cristologica, in questo articolo si recepiscono i risultati di alcuni studi recenti, che sottolineano la fluidità del concetto di monoteismo nel i secolo: la rappresentazione del Dio unico poteva abbracciare in sé anche altre figure, per cui l’affiancamento del Figlio al Padre era concepibile già al tempo di Paolo (I Cor. 8,6). Questa constatazione ci permette una volta di più di ribadire che il movimento di Gesù, ben lungi dal costituire un’anomalia, fu in ogni suo aspetto una forma di mediogiudaismo, tanto quanto il giudaismo rabbinico. Bisogna dunque abbandonare l’idea di una separazione del cristianesimo da una sua presunta matrice, in favore dell’idea di due religioni sorelle, figlie della stessa madre (il mediogiudaismo).

Eric Noffke, Romans 9.5: A Christological Doxology?

In Romans 9.5 we find a mysterious Doxology: it is addressed to God which is typical of the Apostle’s Epistles, or to Christ, who, in that case, would be identified with God? Both solutions are based upon important arguments. This Article prefers the Christological interpretation, basing it upon the results of some recent studies, which highlight the fluidity of the concept of Monotheism in the 1st century AD: the representation of the one God could include also other figures. Therefore, flanking the Son to the Father was conceivable even in Paul’s times (1 Cor. 8.6). This observation enables us to repeat, once more, that Jesus’s movement, far from being an anomaly, was, in every aspect, a form of middle Judaism, like Rabbinic Judaism. Therefore, we should abandon the idea of a separation of Christianity from a presumed foundation, in favour of the idea of two sister religions, both daughters of the same mother (Middle Judaism).

Eleonora Natoli, Paolo l’Apostolo pastore. Efesini 3,14-19

La Lettera agli Efesini, secondo la tesi di chi scrive, è paradigmatica di questo stadio intermedio del processo di selezione di tematiche teologiche paoline che troverà compimento nelle Lettere pastorali. Il corpo dell’Epistola offre, in aggiunta, evidenze di una originale comprensione del ministero apostolico, e della progressiva introduzione di nuovi ministeri e della loro istituzionalizzazione in risposta alle esigenze di nuovi assetti ecclesiali ormai lontani dai modelli del protocristianesimo. L’articolo si propone di evidenziare come il testo della preghiera, contenuta nel cap. 3, fornisca una sintesi dell’argomentazione complessiva della Lettera suggerendo, in più, un’ipotesi non inverosimile su chi possa esserne l’autore.

Eleonora Natoli, Paul the Apostle and Minister, Ephesians 3. 14-19

The Epistle to the Ephesians, according to the author of this Article, is a good example of the intermediate stage in the process of selection of the Pauline theo- logical themes, which will be completed in the Pastoral Epistles. The body of this Epistle offers, in addition, an original comprehension of the Apostolic ministry, and shows the progressive introduction of new ministries, and how these were institutionalized in response to the new structure of the Church, which had be- come different from the models typical of Proto-Christianity. The Article wants to highlight how the prayer, which is found in Chapter 3, offers a synthesis of the overall argumentation of the Epistle. In addition, it offers a non-unlikely hy- pothesis of who the author of the Epistle might be.

Lothar Vogel,, «O Signor Gesù, tu conosci la mia povera anima!». Martin Lutero, uomo della preghiera

Di Martin Lutero ci è tramandato un folto e pluriforme corpo di preghiere, che spaziano da testi concepiti per il culto pubblico fino a esclamazioni integra- te nelle sue opere teologiche. Nel loro insieme, queste invocazioni esprimono il vissuto del suo pensiero teologico, che concettualmente non può essere ricondotto a un denominatore comune. A volte le preghiere di Lutero danno voce, innanzi a Dio, al suo posizionamento nei dibattiti e confronti del periodo; in questi casi, la loro concretezza va di pari passo con la parzialità del suo giudizio.

Lothar Vogel, «O Lord Jesus, Thou Knowest My Poor Soul!» Martin Luther, Man of Prayer

Martin Luther has handed down to us a large and multiform body of prayers, ranging from texts designed for public worship to exclamations integrated in- to his theological works. Taken together, these invocations express the life experiences of his theological thinking, which cannot be reduced to a common denominator. At times, Luther’s prayers express his position in the debates and conflicts of the period; in these cases, their concreteness goes hand in hand with the partiality of his judgement.

Emanuele Fiume, «Concepiti e nati nell’ingiustizia». La confessione dei peccati della liturgia di Calvino

Questa ricerca identifica la fonte della preghiera di confessione dei peccati, stabilita nella liturgia ginevrina del 1542, nel salterio di Strasburgo pubblicato nel 1539. Entrambe le formule mostrano una struttura trinitaria e si distinguono dalla tradizione liturgica precedente, caratterizzata da elenchi di opere malvagie, per un focus sulla causalità del peccato originale per i peccati commessi.

Emanuele Fiume, “Conceived and Born in injustice”. The Confession of Sins in Calvin’s Liturgy

This research identifies the source of the Prayer of Confession of Sins in the Geneva liturgy of 1542 in the Strasbourg Psalter published in 1539. Both formulas have a Trinitarian structure and are different from the earlier liturgical tradition, which consisted of a list of evil actions, focusing on the original sin as the cause of sins committed.

Fulvio Ferrario, La croce tra ringraziamento e lode. un itinerario di preghiera con Kurt Marti

Il contributo presenta una poesia-preghiera di Kurt Marti, Salmo. L’operazione compiuta dall’autore è definita «riscrittura»: si tratta cioè di un testo che intende richiamarsi ai salmi per quanto riguarda le tematiche e il tipo di musicalità: il Salterio è dunque presente, ma mediato dalla ri-creazione poetica. Tale sintesi di tradizione e originalità può costituire un paradigma significativo per la preghiera cristiana.

Fulvio Ferrario, The Cross between Thanksgiving and Praise. A Route of Prayer with Kurt Marti

This article illustrates a poem-prayer by Kurt Marti, Salmo. What the Author did, can be defined as “re-writing”, because the theme and the type of musicality are inspired by the Psalms: the Psalter is present, and yet it has been poetically re-created. This synthesis between tradition and originality can be a significant example for Christian prayer.

Sergio Rostagno, Ora l’uomo parla con Dio

Dopo un confronto tra Hegel e Blondel su un «tertium» riconciliante affermazione e negazione, l’autore si interroga sul posto della preghiera in questa terza riflessione. Egli dà tre connotati possibili della preghiera. In ultimo riprende il significato dell’espressione di Martin Lutero secondo cui l’uomo nella preghiera «parla con Dio».

Sergio Rostagno, Now Man Speaks to God

After a comparison between Hegel and Blondel on a “tertium” reconciling affirmation and denial, the Author questions the place held by prayer in this third reflection. Three possible features of prayer are given. Finally, the Author takes up the meaning of Martin Luther’s expression according to which man in prayer “speaks to God”.

abstract vol 77 : 1

Oswald Bayer, L’ultima parola di Lutero: l’«Eneide divina»

Il biglietto scritto da Lutero due giorni prima della morte si compone come antitesi alla conclusione autocelebrativa della Tebaide del poeta romano Publio Papinio Stazio. In un climax ascendente sono evocati i tre ambiti della vita pri- vata, della politica e della chiesa e le esperienze da compiervi richiedono un lasso di tempo sempre crescente e la comprensione di testi esemplari, che nel caso della chiesa sono rappresentati dalla Scrittura. L’indicazione iperbolica secondo la quale la comprensione della Scrittura richiede cento anni di governo ecclesiastico assieme ai profeti segnala che questa dimensione della conoscenza umana costituisce una critica radicale a quelle precedenti. Praticandola, ci si rende conto di essere «mendicante».

Oswald Bayer, Luther’s Last Word: «The Divine Aeneid»

The short note written by Luther two days before his death is composed as an antithesis to the self-celebrating conclusion of the Thebais by the Roman poet Publius Papinius Statius. In a rising climax, the three fields – his private life, politics and the Church – are remembered. The experiences to be lived in these fields require an ever-increasing length of time and the comprehension of exemplary texts, which, in the case of the Church, are represented by the Scripture. The hyperbolic statement according to which the comprehension of the Scripture requires one hundred years of ecclesiastical government together with the Prophets, indicates that this dimension of human comprehension involves a radical critique of the preceding ones. When one puts it into practice, one finds oneself to be a “beggar.

Nicola Mariani, Ispirazione ed ermeneutica della Scrittura nel pensiero di Ulrich H.J. Körtner

Il vero senso della Scrittura si attualizza quale promessa di Dio ogni volta che il lettore ispirato viene costituito membro performativo della comunità interpretante dall’evento cristologico testimoniato dalla Scrittura. Autorità e ispirazione della Scrittura devono essere comprese entro il campo di tensione in cui figurano la pluralità delle interpretazioni concordi con il senso del testo, il materiale scritto della Bibbia, l’intenzione degli autori e la fede apostolica, che an- nuncia come possibilità futura quanto già comunicato nel kerygma. La comunicazione del senso della Scrittura non dipende da precomprensioni solidali con questa, ma è evento kenotico che accade in signo crucis.

Nicola Mariani, Inspiration and Hermeneutics of the Scripture in the Thought of Ulrich H.J. Körtner

The real sense of the Scripture becomes real as God’s promise in the present, every time that the inspired reader becomes a performative member of the Congregation, which interprets the Christological event as testified in the Scripture. Authority and inspiration of the Christological event must be understood within the field of the tension which includes the plurality of interpretations in accordance with the sense of the text, the material written in the Bible, the intention of the Authors, and Apostolic faith, which announces as a future possibility what has already been announced in the kerygma. The communication of the sense of the Scripture does not depend on pre-comprehensions in agreement with this, but it is a kenotic event, which happens in signo crucis.

Antonella Varcasia, Don Antonino Tagliarini. Un testimone del primo evangelismo italiano

Sullo sfondo della «grande» storia del Risorgimento l’articolo ricostruisce la«piccola» storia della conversione alla fede evangelica di un proprietario terriero nella Palermo del 1861: la costituzione della prima chiesa valdese in Sicilia tra opposizioni esterne, tensioni interne e rapporti con la massoneria; il ruolo di consigliere dei pastori Appia e Simpson Kay; la crisi con il Comitato di evangelizzazione e il passaggio alla chiesa metodista; il tentativo fallito di costituire una Chiesa libera; la vita privata e l’attività di inventore e fotografo. Un testimone del primo evangelismo italiano, paradigma della trasmissione dei valori evangelici alle generazioni future.

Antonella Varcasia, Don Antonino Tagliarini. A Witness of the First Italian Protestantism

Against the background of the “big” history of Risorgimento, this article tells the “small” history of the conversion to the Protestant faith of a land owner in Palermo in 1861: the creation of the first Waldensian church in Sicily among external opposition, internal tensions and the rapport with freemansonry; his role as a counsellor of the Ministers Appia and Simpson Kay; the crisis with the Committee for evangelization and passing to the Methodist Church; the failed attempt to create a Free Church; his private life and his activities as an inventor and a photographer. A witness of the first Italian Protestantism, a paradigm of how to hand out Protestant values to future generations.

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Marco Fornerone, Con chiunque (non) è oggi qui con noi. Studio del patto a Moab (Deut. 28,69 – 29,14)

Con l’obiettivo di spiegare perché sia definito come un patto distinto da quello di Oreb e a chi sia rivolto, questo contributo situa le sequenze iniziali del patto in Moab di Deuteronomio 28,69 – 29,14 nella storia redazionale del Pentateuco e ne identifica la funzione nel contesto della sua forma finale. Viene inoltre esplorato il modo in cui ci si rivolge ai destinatari, cogliendone l’ambiguità, intesa sia come strumento retorico costruttivo, sia come gender bias distruttivo. Viene così chiarito in che misura questo patto possa essere descritto come inclusivo.

Marco Fornerone, With Whoever is (not) with Us Here, Today. A study on the Covenant in Moab (Deut. 28.69 – 29.14)

This article aims at explaining why this Covenant is considered different from that of Horeb and to whom it is addressed. This study places the opening sequences of the Covenant in Moab in Deuteronomy 28.69 – 29.14 in the history of the redaction of the Pentateuch and identifies its functions in the context of its final form. Moreover, it explores the way the audience is addressed, paying particular attention to its ambiguity, both as a constructive rhetorical device and a destructive gender bias, in order to understand in which sense this Covenant can be described as inclusive.

Sergio Rostagno, Teologia per l’Europa

Arrivando, dopo una introduzione al tema, alla discussione fatta da vari filosofi italiani sul concetto di «iato» posto quale elemento della metafisica, l’articolo sostiene che tale concetto si situa a metà quale momento del pensiero (lo- gos) tra una direzione trascendente e una direzione volta alla prassi dell’uomo. Il tema della incommensurabilità o dello iato in relazione alla verità, sostengono vari filosofi, sfocia nella relazione amicale tra vari approcci nell’ambito della finitezza umana. L’autore sostiene infine che ciò può valere anche nel rapporto tra religioni in Europa e ovunque.

Sergio Rostagno, Theology for Europe

Arriving, after an introduction to the subject, at the discussion made by various Italian philosophers of the concept of “hiatus” placed as an element of Metaphysics, the Article argues that this concept is located halfway as a moment of thought (logos) between a transcendent direction and a direction aimed at the praxis of man. The theme of incommensurability or hiatus in relation to truth, as argued by various philosophers, results in the amiable relationship between various approaches within the framework of human finiteness. Finally, the author argues that this can also be true of the relationship between religions in Europe and everywhere else.

Cesare G. De Michelis, Il «Grande Inquisitore»: filologia, esegesi e filosofia

Il «poema» di Ivan Karamazov, incentrato sull’incontro tra il Grande Inquisitore di Siviglia e lo Sconosciuto (che riconosce nel Cristo, tornato temporaneamente sulla terra) ha attratto l’attenzione dei commentatori dai più disparati punti di vista, innescando così un processo di lettura attualizzante del testo come «metafora assoluta»: dall’interesse per le questioni metafisiche e teologiche a quello per la natura del potere terreno della chiesa, e soprattutto a quello della «libertà». Con questo intervento s’intende porre al centro dell’esegesi l’interesse per la natura narratologica, culturale e storico-politica dell’episodio dei Fratelli Karamazov, che sfocia nei drammi etici e metafisici del suo tempo, senza farsi trascinare nell’ermeneutica del paratesto. Ciò ripropone il carattere di «menippea» del dialogo in questione, che ne comporta la natura di serio-comico rileva- bile da particolarità del testo spesso non rese in traduzione, venendo così a de- finire la struttura profonda della narrazione dostoevskiana.

Cesare G. De Michelis, The “Grand Inquisitor”: Philology Exegesis and Philosophy

The “poem” by Ivan Karamazov, centred on the encounter between the Grand Inquisitor of Seville and the Stranger (whom he recognizes as being Christ, temporarily returned to Earth) has attracted the attention of commentators holding the most different points of view. This has triggered a process of interpretation that has brought it up to date, considering it an “absolute metaphor”: from the interest in metaphysical and theological matters to the interest in the nature of power in the Church, especially “liberty”. This study aims at bringing to the cen- tre of exegesis of this episode of The Brothers Karamazov the interest in the sto- ry-telling, cultural and historical-political aspects. This leads to the ethical and metaphysical dramas of the time, without drawing us to a hermeneutics of the paratext. This suggests again the character of “a Menippean satire” of the dialogue in question, which implies the serious-comical nature that comes out of details in the text, which are often not rendered in translation, thus defining the profound structure of Dostoevsky’s narrative.

Fulvio Ferrario, Camus e Monod in dialogo

L’articolo esamina la visione del mondo «naturalistica» proposta, in un interessante esperimento narrativo, dal filosofo Telmo Pievani. Egli intreccia, in modo creativo, ma fedele alle fonti, riflessioni dello scrittore Albert Camus e del biologo Jacques Monod, entrambi premi Nobel e legati da amicizia. Nella maggior parte delle sue espressioni, compresa quella di Pievani, il naturalismo non ritiene che la teologia cristiana costituisca un’interlocutrice significativa. Per il pensiero credente, invece, la critica naturalistica costituisce una sfida ineludibile, che dovrebbe essere raccolta nell’ambito di una teologia della creazione sensibile alle istanze culturali del nostro tempo.

Fulvio Ferrario, Camus and Monod in Dialogue

This article examines the vision of the “naturalistic” world as proposed, in an interesting narrative experiment, by the philosopher Telmo Pievani. He intertwines, creatively but remaining faithful to the sources, reflections of the writer Albert Camus and the biologist Jacques Monod, both Nobel Prize winners and tied by friendship. In most of his statements, including Pievani’s, Naturalism does not consider Christian Theology as a significant interlocutor. On the other hand, for believers, naturalistic critique is an unavoidable challenge, which should be gathered into the sphere of a Theology of Creation that takes into account the cultural expectations of our time.

abstract vol 76 : 4

Fulvio Ferrario, La polpa e la buccia. Note su una struttura ermeneutica fondamentale della modernità

La distinzione tra il nucleo contenutistico di un dogma, di una dottrina, o della stessa fede cristiana in quanto tale, e la sua forma espressiva (polpa e buccia, per dirla in termini metaforici) ha sempre costituito una struttura fondamentale del pensiero teologico: nel Novecento, essa è stata tematizzata anche dal punto di vista metodologico e ha costituito, in ambito sia cattolico, sia pro- testante, uno degli assi centrali della riflessione ermeneutica. L’articolo approfondisce tale dialettica in riferimento al pensiero di Adolf von Harnack, Rudolf Bultmann e Dietrich Bonhoeffer, cercando di evidenziarne i limiti e i possibili rischi di semplificazione, ma anche il carattere inevitabile.

Fulvio Ferrario, The Pulp and the Peel. Notes on a Fundamental Hermeneutic Structure of Modernity

The distinction between the nucleus which emphasizes content rather than form in a dogma, a doctrine, or Christian faith itself, and its expressive form (the pulp and the peel, using a metaphor) has always been a fundamental structure of theological thought: in the 20th century, it became the theme also from a methodological point of view and became, both in the Catholic and the Protestant context, one of the central pivots of hermeneutics reflection. The article studies thoroughly these dialectics vis-à-vis the thought of Adolf von Harnack, Rudolf Bultmann and Dietrich Bonhoeffer, trying to highlight the limits and possible risks derived from simplification, but also its inevitable peculiarity.

Paolo Ricca, Valdo Vinay teologo

Un alunno ricorda il suo insegnante, un discepolo ricorda il suo maestro. Ricordi belli di un rapporto fecondo e costruttivo. È sempre difficile misurare la consistenza dell’impronta lasciata dal maestro sul discepolo, ma questa impronta c’è e viene riconosciuta, dopo decenni, come benefica. Non c’è bisogno di idealizzare il maestro, che è stato grande di suo. Chi è stato dunque Valdo Vinay? Sostanzialmente un teologo in ogni fibra del suo essere, in ogni momento della sua vita adulta e in ogni aspetto della sua poliedrica attività, che desta meraviglia per quantità e qualità: teologo come pastore (lo è stato per diversi anni, prima di essere nominato in Facoltà di teologia come docente), come storico (molto belle le sue numerose monografie), come decano della Facoltà (di cui ha rifondato la Biblioteca, unica nel suo genere in Italia), come evangelizzatore nel Basso Lazio, come ecumenista (nel SAE e a Sant’Egidio).

Paolo Ricca, Valdo Vinay the Theologian

A student remembers his teacher, a disciple remembers his master. Beauti- ful memories of a fruitful and constructive relationship. It is always difficult to measure the importance of the mark left by the master on the disciple, but this mark is there and is recognized, even decades later, as beneficial. It is not nec- essary to idealize the master, who was great of his own account. Who was Valdo Vinay, then? Basically a theologian in every fibre of his being, in every mo- ment of his adult life and in every aspect of his multi-faced activity: this makes one wonder because of its quantity and quality: as a theologian, as a minister (he was that for many years, before he was appointed as a lecturer at the Fac- ulty of Theology), as a dean of the Faculty (he re-founded the Library, which is the only one of its kind in Italy), as a bringer of the Word in Southern Lazio, and as an ecumenist (in the Secretariat of Ecumenical Activities and in the Sant’Egidio Community).

Mario Gnocchi, Io non mi vergogno dell’evangelo

L’articolo ripercorre il ruolo di Valdo Vinay nel Segretariato Attività Ecumeniche (SAE), fondato da Maria Vingiani nel secondo dopoguerra. In questo contesto, come negli altri campi delle sue attività, l’impegno di Vinay si contraddistinse per la concentrazione sul vangelo, anche nel senso di una distanza critica nei confronti dell’attivismo sociale e di un focus sulle istanze etiche. Nel richiamo alla irrinunciabile priorità del vangelo e del suo messaggio di salvezza rispetto a ogni sia pur nobile istanza etica e sociale, ricorrente in tutta la sua predicazione, è riconoscibile l’impronta del magistero di Karl Barth, che esercitò un profondo influsso su di lui come su gran parte dei teologi della sua generazione. La centralità cristologica dell’ispirazione e della testimonianza di Vi- nay si rifletteva anche nel suo deciso orientamento ecumenico.

Mario Gnocchi, I Am not Ashamed of the Gospel

The article goes over the role of Valdo Vinay in the Secretariat of Ecumenical Activities (SAE), founded by Maria Vingiani after the Second World War. In this context, as in the other fields of his activities, Vinay’s commitment was concentrated on the Gospel, also in the sense of a critical distance from social activism and a focus on ethical instances. In his referring to the indispensable priority of the Gospel and in his message of salvation rather than any noble ethical and social instance, which was a recurring feature in his preaching, it is possible to recognize the mark of the teaching of Karl Barth, who had a deep influence on him, as on most of the theologians of his generation. The Christo- logical centrality of Vinay’s inspiration and testimony was reflected also in his marked ecumenical orientation.

Yann Redalié, Paolo, un riformatore mancato?

I vari elementi messi a fuoco dalla critica dell’interpretazione riformata di Paolo possono integrarsi se si accetta il carattere contradditorio della teologia dell’apostolo e se si cerca di darne conto in modo significativo. È la sfida affrontata dagli autori nel loro studio della Lettera ai Romani, come testimonianza di Paolo Riformatore del Giudaismo, in nome di un Dio uno e unico che vuole salvare tutti gli umani, ma anche tutto l’uomo. Per integrare i vari aspetti del pensare paolino in un ritratto teologico pluridimensionale e convincente, che metta in luce sia la dimensione storico sociale: la visione di un’umanità nuova, al di là di ogni confine, sia la dimensione esistenziale, vengono proposte sei letture di tutta la lettera che prendono in considerazione sei punti di vista: il movimento del testo e lo sviluppo delle idee, il contesto storico (i conflitti nell’impero e nel cristianesimo nascente), il significato e le funzioni delle immagini presenti nella lettera. Centrale, in seguito, la lettura teologica delle quattro diverse concezioni della salvezza, con le quali Paolo si confronta. Completano la panoramica, una lettura storico-sociale e una lettura psicologica della lettera. La tesi, sostenuta attraverso questo percorso ricco e innovativo, è anche titolo del penultimo capitolo dell’opera, La Lettera ai Romani: le ragioni di un riformatore mancato.

Yann Redalié, Paul, an Unsuccessful Reformer?

The various elements focussed on by the criticism of Paul’s reformed interpretation, can integrate one another if we accept the contradictory features of the Apostle’s theology, and if we try to explain them in a significant way. This is the challenge faced by the authors who study the Epistle to the Romans, as a testimony of Paul as the Reformer of Judaism, in the name of the one and only God who wants to save all the human beings, but also the complete human being. In order to integrate the various aspects of Paul’s thought in a multidimensional and convincing theological portrait, which can highlight both the historical and social dimension: the vision of a new humanity, beyond any border, and the existential dimension, six suggestions of reading of the whole letter are offered, which take into account six different points of view: the movement of the text and the development of ideas, the historical context (the conflicts in the empire and in dawning Christianity), the meaning and the functions of images which are found in the letter. Later, the theological reading of the four different concepts of salvation, confronted by Paul. The overview is completed by a historical-social reading and a psychological reading of the letter. The thesis, support- ed by this rich and innovative route, is also the title of the penultimate chapter of the work: The Epistle to the Romans: the Reasons of an Unsuccessful Reformer.

abstract vol 76 : 2-3

Lothar Vogel, La «religiosità africana» e la teologia: considerazioni su un rapporto complesso

Questo saggio si propone anzitutto l’obiettivo di identificare le radici del concetto di una specifica «religiosità africana», uniforme almeno nella contrapposizione a quella «occidentale», in quello etnologico dell’«animismo», rivalutato, però, in senso positivo e identitario nell’epoca della decolonizzazione. Inoltre, si prova a delineare l’impatto di questo concetto sul paesaggio ecclesiastico e teologico del cristianesimo africano odierno, rilevandone l’effettiva pluralità. In sintesi, si sostiene che la piena liberazione dai presupposti coloniali esiga anche una rivisitazione del concetto in questione.

Lothar Vogel, “African Religiosity” and Theology: Considerations on a Complex Relationship

Firstly, this essay aims to identify the roots of the concept of a specific “Afri- can Religiosity”, which appears to be uniform at least in its opposition to the “western” religiosity. These roots are found in the ethnological concept of “animism”, which was revalued, however, in a positive sense in the era of decolonization. Furthermore, an attempt is made to outline the impact of this concept on the ecclesiastical and theological landscape of African Christianity today, no- ting its present plurality. It is argued that full liberation from colonial presuppositions also requires a revisiting of the concept in question.

Daniela Lucia Rapisarda, Teologie africane tra inculturazione e liberazione

Nel continente africano teologie della liberazione e teologie dell’inculturazione sono state sviluppate da gruppi diversi di teologi e teologhe con differenti presupposti ermeneutici e diverse finalità: trasformazione sociale da una parte e continuità culturale dall’altra. Con inculturazione si intende fare riferimento a principi di fede tramite categorie culturale contestuali. Il processo di pacificazione noto come «da gente a gente», condotto da chiese e organizzazioni ecumeniche nel Sud Sudan dal 1997 al 2002, è qui presentato come esempio di un processo nel quale la necessità di raggiungere la pace ha dato vita ad una riflessione teologica che ha saputo tenere insieme questioni di inculturazione e di liberazione.

Daniela Lucia Rapisarda, African Theologies between Inculturation and Liberation

In the African continent, Theologies of Liberation and Theologies of Inculturation have been developed by different groups of theologians with different hermeneutical assumptions and different aims: social transformation on one side, and cultural continuity on the other. Inculturation refers to principles of faith through contextual cultural categories. The process of pacification known as “from people to people”, carried out by Churches and Ecumenical organizations in South Sudan from 1997 to 2002, is illustrated here as the example of a process in which the necessity to reach a peace agreement gave birth to a theological reflection which managed to keep together both questions of inculturation and of liberation.

Letizia Tomassone, Teologhe africane per una pratica trasformativa e profetica

Le teologhe africane discutono l’affermazione che la sottomissione delle donne nella società e nelle chiese sia eredità della missione e della colonizzazione occidentale. Guidate dall’analisi lucida di Mercy Amba Oduyoye rintracciano anche nelle religioni tradizionali africane tratti di misoginia e sessismo, e al tempo stesso sviluppano una genealogia femminile di profetesse africane che dan- no corpo alla speranza di una piena libertà. L’articolo si sofferma soprattutto sugli scritti della teologa Mercy Amba Oduyoye, iniziatrice del Circle of African Women Theologians. Vuole presentare le modalità crossculturali e intersezionali di una teologia femminista che si confronta con l’Aids ma anche con il lavoro femminile, con le oppressioni ma anche con il coraggio delle donne. Le teologie femministe africane occupano oggi un posto di grande rilievo nel dibattito post- coloniale e offrono un contributo potente al rinnovamento del cristianesimo.

Letizia Tomassone, Africa’s Women Theologians for a Transformative and Prophetic Practice

Africa’s women theologians discuss the affirmation that the submission of women in society and in the Church is a heritage of the Christian mission and Western colonization. Mercy Amba Oduyoye’s lucid analysis provides the guide- lines in the search for traces of misogyny and sexism in traditional African religion. At the same time, a female genealogy of African women prophets that em- body hope in complete freedom comes to light.The article concentrates primarily on the writings of theologian Mercy Amba Oduyoye, founder of the Circle of African Women Theologians. The intention is to examine the cross-cultural and intersectional modes of a feminist theology obliged to face the challenge of Aids but also women’s occupations, observing both the oppressions suffered but also the courage characteristic of women. Africa’s feminist theologians are today on the cusp of the post-colonial debate and can offer a powerful contribution to the renewal of Christianity.

Margherita Picchi, Schiavi, mistici, banditi: breve storia dei musulmani del Capo nel Sudafrica coloniale (1652-1834)

Questo articolo intende offrire una rassegna storica sulla comunità musulmana del Capo in Sudafrica a partire dallo sbarco dei primi coloni olandesi e dei loro schiavi (1652) fino all’abolizione della schiavitù (1834). Tale rassegna è basata principalmente sulla «storiografia della liberazione» prodotta da storici musulmani sudafricani, a partire dagli anni Ottanta del Novecento, allo scopo di decostruire la narrazione suprematista della storia del paese e fornire il con- testo intellettuale per una lotta politica di liberazione. Dopo un’introduzione teorica in cui si presentano potenzialità e limiti insiti nella scrittura della «storia subalterna», l’articolo ripercorre la storia della formazione della comunità musulmana del Capo e le trasformazioni da essa attraversate durante i primi due secoli di governo coloniale.

Margherita Picchi, Slaves, Mystics, Bandits: A Short History of Moslems of the Cape in Colonial South Africa (1652-1834)

This article offers a historical overview of the Moslem community of the Cape in South Africa, starting from the arrival of the first Dutch colonists and their slaves (1652) up to the abolition of slavery (1834). This overview is based principally upon the “History of Liberation” produced by South African Moslem historians, from the nineteen eighties, with the aim of deconstructing the supremist narration of the history of the country and offering the intellectual context for a political struggle for liberation. After a theoretical introduction in which the potentialities and limits of the writing of “subordinate history”, the article goes over the history of the formation of the Moslem community of the Cape and the transformations which it had to undergo during the first two centuries of colonial government.

Sergio Rostagno, Autenticità del cristianesimo

Nel volume Volti (2020) Ferretti raccoglie tredici colloqui con altrettanti filosofi e teologi italiani avendo sempre come orizzonte la vita pubblica e la pre- senza di un cristianesimo adulto in essa. Ferretti ha di fronte filosofi della stessa estrazione, alcuni dei quali hanno messo da parte un cristianesimo ecclesiastico e ufficiale per un cristianesimo delle fonti liberamente rivissuto, mentre altri lo hanno letto in maniera soltanto filosofica. Nel libro troviamo molti impulsi e suggerimenti per una riflessione personale e d’altra parte la necessità di aggiornare alcuni criteri della tradizione cristiana stessa. Il recensore confronta alcune tesi con i presupposti della teologia protestante.

Sergio Rostagno, Authenticity of Christianity

In the volume Volti (2020) Ferretti collects thirteen interviews with as many Italian philosophers and theologians, always having as its horizon public life and the presence of an adult Christianity in it. Ferretti is faced with philosophers of the same extraction, some of whom have put aside an ecclesiastical and official Christianity for a Christianity of freely relived sources, while others have read it only in a philosophical way. In this book we find many impulses and suggestions for personal reflection and, on the other hand, the need to update some criteria of the Christian tradition itself. The Reviewer compares some theses with the assumptions of Protestant theology.

abstact vol 76 : 1

Fulvio Ferrario, La cattedra e il pulpito. Il servizio teologico nella chiesa evangelica

Il contributo, presentato come Prolusione all’Anno Accademico 2020-2021 della Facoltà valdese di Teologia, si concentra sul rapporto tra teologia universitaria e prassi ecclesiale in una prospettiva evangelica: in questo quadro, il titolo fa riferimento alla discussione del 1923 tra Adolf von Harnack e Karl Barth. Dopo aver brevemente esaminato alcuni episodi della storia di tale rapporto, la figura di Rudolf Bultmann viene presentata come paradigma di una sintesi promettente tra radicale rigore critico da una parte e intenso impegno ecclesiale dall’altra.

Fulvio Ferrario, The Chair and the Pulpit. Theological Service in Protestant Churches

The essay, which was delivered as the inaugural lecture of the Academic Year 2020-2021 of the Waldensian Faculty of Theology, focuses on the relationship between University Theology and ecclesiastical practice in a Protestant perspective; the title refers to the debate between Adolf von Harnack and Karl Barth in 1923. After considering briefly some episodes of the history of that relation- ship, Rudolf Bultmann is presented as the paradigm of a promising synthesis between a radical critical strictness on one side and a profound ecclesial commitment on the other.

Raniero Fontana, Israele e gli altri ieri e oggi

Dopo una concisa disamina circa l’uso dei principali termini impiegati nella letteratura rabbinica per designare i non-ebrei, l’autore tematizza il delicato rapporto fra figli di Noè e cristiani dal punto di vista ebraico di ieri e di oggi. E invita alla prudenza nel fare ricorso a un’espressione quale è quella di «unico popolo di Dio» (one people of God), autorevolmente coniata nell’ambito dell’attuale dialogo ebraico-cristiano, mettendo ebraicamente in primo piano la portata dell’Alleanza del Sinai e le ricadute che ha sulla nozione stessa di popolo.

Raniero Fontana, Israel and the Others, Yesterday and Today

After a concise analysis of the use of the principal terms used in Rabbinic literature to design non-Jews, the Author examines the delicate rapport between the Children of Noah and the Christians, from the Jewish point of view of yesterday and of today. The Author exhorts to prudence in resorting to such expressions as The one people of God, which was created influentially in the context of the present Jewish-Christian dialogue, putting first, from a Jewish point of view, the importance of the Alliance of the Sinai and the consequences which it has on the very notion of people.

Sergio Rostagno, Orange II e i dialoghi ecumenici

La formazione di chiese diverse nell’Europa del Cinquecento è accompagna- ta da intensi dialoghi tra teologi protestanti e tradizionali. Tali dialoghi sono divenuti numerosi e importanti nel Novecento. L’autore si domanda se i dialoghi abbiano portato una parte ad accogliere parzialmente le istanze dell’altra. I canoni del Concilio di Trento sulla giustificazione accolgono l’agostinismo del secondo Concilio di Orange (Francia; anno 529). Il saggio sottolinea in particola- re l’interesse del canone V di Orange, noto a Calvino, e ne illustra il significato ecumenico tuttora possibile.

Sergio Rostagno, Orange II and Ecumenical Dialogues

The birth of different Churches in Europe in the 16th Century went along with intense dialogues between Protestant and traditional theologians. Similar dialogues were numerous and important in the 20th century. The Author wonders if such dialogues brought a partial acceptance by one part of the issues of the other. The Canons of the Council of Trento on Justification accept the Augustinism of the second Council of Orange (France, year 529). The essay highlights, in particular, the importance of the Fifth Canon of Orange, well known to Calvin, and explains its ecumenical significance, which is still possible today.

abstract vol 69 : 3

E. Genre, Dietrich Bonhoeffer: la spiritualità di un cospiratore tra profe­zia e biografia

Prendendo come riferimenti il periodo di vicariato di Bonhoeffer a Barcel­lona (1928) e la lettera a Bethge, scritta il giorno dopo il fallito attentato a Hi­tler (21 luglio 1944), l’A. individua nel profetismo biblico classico, e in partico­lare nel profeta Geremia, il canovaccio di una spiritualità evangelica radicata nella Scrittura, tra promessa e giudizio, in cui la fede e l’etica sono sfidate, con­traddette dagli avvenimenti della storia. Sfide e contraddizioni che si intreccia­ no con la coscienza di una vocazione cristiana che si interroga coram Deo.

E. Genre, Dietrich Bonhoeffer: la spiritualità di un cospiratore tra profe­zia e biografia

The author takes two reference points in his study of Bonhoeffer -the period of Bonhoeffer’s curacy in Barcelona (1928) and the letter he wrote to Bethge on the day after the attempt on Hitler’s life (21 July 1944). Genre maintains that the underpinning of Bonhoeffer’s radical scriptural spirituality is to be found in the Hebrew prophets, particularly Jeremiah. His life is a spiritual one in which God’s promise of salvation and the idea of God’s judgement contend, and in which his­torical events challenge and contradict Bonhoeffer’s faith and ethical convictions. But these challenges and contradictions are intertwined with Bonhoeffer’s aware­ ness that he is called to a Christian witness which questions itself coram Deo.

A. Pangritz, Mistero e «disciplina dell’arcano» in Dietrich Bonhoeffer

L’interpretazione della categoria di «disciplina dell’arcano» costituisce uno dei problemi più dibattuti negli studi sulle lettere dal carcere. L’A., uno specia­lista della materia, percorre l’arco della produzione bonhoefferiana, seguendo l’evoluzione del concetto e la sua incidenza sull’insieme dell’impianto teorico di Bonhoeffer.

A. Pangritz, Mistero e «disciplina dell’arcano» in Dietrich Bonhoeffer

Students of Bonhoeffer’s letters from prison disagree about how to interpret ‘the discipline of hidden things’. Pangritz, who is a specialist in this field, looks

F. Ferrario, Mondo adulto e teologia della croce

L’immagine di Dio nelle lettere dal carcere di Dietrich Bonhoeffer ripercorre alcuni temi centrali della teologia bonhoefferiana del perio­do di Tege, assumendo come filo conduttore dell’esposizione la poesia Cristia­ni e pagani. La teologia della croce, la tematica dell’autonomia del mondo e la particolare lettura bonhoefferiana dell’annuncio della giustificazione si intrec­ciano m modo denso e carico di implicazioni anche per l’oggi.

F. Ferrario, Mondo adulto e teologia della croce

Ferrario uses the poem, Christians and Pagans as a guide in his considera­ t10n of some of Bonhoeffers centra} themes during the Tegel period. The theol­ogy of the cross, the theme the separateness of the world, and especially Bon­hoeffer’s understanding of justification are closely connected and of continuing importance for us today.

D. Garrone, Fede e religione nella post-modernità: rifiessioni a partire da Resistenza e resa di Dietrich Bonhoeffer

Il mondo completamente non religioso preconizzato da Bonhoeffer in Resi­stenza e resa appare oggi sostituito da una inattesa rinascita del religioso, non 0Ita1:1to nelle are di influenza del radicalismo islamico, ma anche nel cuore dell’ Occidente: basti pensare agli evangelica[ negli Stati Uniti e alla chiesa cattolica in Italia e in Europa. Questa rinascita dà luogo a singolari alleanze tese a con­ testare alcuni capisaldi della modernità democratica, soprattutto in materia di etica pubblica. Le considerazioni di Bonhoeffer sul rapporto tra Cristo e il mon­do adulto mantengono la loro attualità, tanto più se si pone al centro la questio­ne di una testimonianza alla rivelazione di Dio in Cristo fondata sull’ evangelo.

D. Garrone, Fede e religione nella post-modernità: rifiessioni a partire da Resistenza e resa di Dietrich Bonhoeffer

The completely secular world which Bonhoeffer predicted in Resistence and Surrender, seems today to bave given way to an unexpected blossoming of reli­gion, not only m those parts of the world where radical Islam flourishes but al­ so right in the heart of the West. We might think of evangelicals in the United States, for instance, or the Roman Catholic Church in Italy and Europe. This rebirth of religion creates unusual alliances ready to challenge some of assump­tions which inform modem democraies, especially on questions of public ethics. Bonhoeffer’s reflections on the relationship between Christ and our world con­tinue to be relevant, especially when we consider his evangelica} witness to God’s revelation in Christ.

F. Ferrario, Bonhoefferiana

Vengono presentate alcune opere su Bonhoeffer apparse in occasione delle celebrazioni del biennio 2005-2006 .

F. Ferrario, Bonhoefferiana

The author introduces severa} works on Bonhoeffer published for the 1ooth anniversary of his birth.

abstract vol 73 : 4

Jennifer Wasmuth, Il cristianesimo in Unione Sovietica

Questo articolo analizza gli sviluppi storici del cristianesimo nell’Unione Sovietica dal 1922 al 1991, concentrandosi sulla Chiesa ortodossa russa e sulla Chiesa evangelica luterana. Il periodo in questione è stato caratterizzato da gravi persecuzioni dei cristiani con centinaia di migliaia di vittime. Nonostante le persecuzioni colpissero entrambe le chiese, divergevano nella loro intensità e durata. L’articolo pone in rilievo che la violenza massiccia adoperata dalle autorità bolsceviche non era principalmente motivata dall’ideologia comunista ma dall’esigenza di «creare» un nemico per consolidare il regime. D’altronde, all’inizio del xx secolo, entrambe le chiese erano affette da conflitti interni, per i quali erano incapaci di opporre alle azioni bolsceviche una resistenza efficace.

Jennifer Aasmuth, Christianity in the Soviet Union

This article analyses the historical developments of Christianity in the Soviet Union (1922-1991), focusing on the Russian Orthodox Church and on the Lutheran Church. It was a time of severe Christian persecution, which claimed hundreds of thousands of victims. Although both Churches were affected by persecutions, these differed in their intensity, extent and duration. The article high- lights that the massive violence of Bolshevik authorities was not due to putting into practice Communist ideology, but by the need to “create” enemies in order to consolidate the regime. On the other hand, at the beginning of the 20th century both Churches were affected by internal conflicts, and therefore could not confront the Bolshevik actions in an effective way.

András Korányi, Stato e chiesa – ideologia e teologia. I principi della Riforma nel contesto del socialismo ungherese

La contestualità è stata un fattore importante nella costruzione di una ideologia teologica cristiana nella seconda metà del xx secolo. Il mondo bipolare del periodo della Guerra fredda ha portato a un contesto diverso per la teologia e le chiese del mondo occidentale da quello del mondo orientale, socialista. La Chiesa luterana d’Ungheria è esistita e ha lavorato all’interno della struttura del regime comunista dal 1945 al 1990. Nonostante l’antagonismo chiesa-stato, si possono individuare tre diverse fasi nel rapporto fra religione e politica nelle deca- di socialiste: una vasta gamma di pressione contestuale, che andava da minacce terroristiche a una cooperazione tattica per il bene del sistema politico. Dopo la sconfitta della rivoluzione anticomunista del 1956, D. Zoltán Káldy, vescovo della Chiesa luterana (1958-1987), sviluppò un concetto teologico contestuale chiamato «Teologia della diaconia», che offriva un modus vivendi per poter collaborare sia pure in maniera limitata con le autorità e offriva una prospettiva di sopravvivenza della chiesa, con vantaggi per entrambe le parti. Questo studio offre una visione d’insieme dei dilemmi storici e teologici che si nascondono dietro il concetto di teologia della diaconia, e un’analisi del suo contesto politico e sociale sotto il regime comunista ungherese.

András Korányi, State and Church – Ideology and Theology. The Principles of the Reformation in the Context of Hungarian Socialism

Contextuality was a potent feature in constructing a Christian theological identity in the second half of the 20th century. The bipolar world of the Cold War period meant a particular context for Theology and Churches in the Western and Eastern (Socialist) worlds. The Lutheran Church in Hungary existed and worked within the framework of a Communist regime (1945-1990). In spite of the antagonism between Church and State, there were different phases of the relationship between religion and politics during the Socialist decades: a wide palette of contextual pressure, which goes from terroristic threats to tactical cooperation for the sake of the political system. After the collapse of the an- ti-Communist uprising in 1956, D. Zoltán Káldy as bishop of the Lutheran Church (1958-1987) developed a contextual theological concept called “Theology of Diacony” which offered a modus vivendi for a limited cooperation with the authorities and a perspective of subsistence of the Church, with mutual advantages for both parties. The present study offers an overview of historic and theological dilemmas behind the concept of the Theology of Diacony and an analysis of its political and social context under the Communist regime in Hungary.

Andreas Stegmann, La Chiesa protestante nella DDR

La storia della Chiesa evangelica nella DDR è un esempio interessante di sopravvivenza della fede cristiana in uno stato totalitario. Dal 1945 al 1989, l’integrazione della Germania orientale nella sfera di potere sovietico costituì una sfida per il protestantesimo tedesco. La religione perse il suo ruolo tradizionale nella società e gli individui e le comunità subirono discriminazioni e a volte persecuzioni dal regime comunista. Per la Chiesa protestante possiamo distinguere tra tre periodi: negli anni dal 1945 al 1961 la Chiesa tentò di difendere la sua posizione tradizionale in forza del fatto che più del 90 per cento della popolazione le apparteneva. La costruzione del muro di Berlino, avvenuta nel 1961, inaugurò anni di ritiro e riorientamento durati fino al 1978. Dalla fine degli anni Settanta, la Chiesa protestante, oramai marginalizzata, trovò un ruolo nuovo come parte di un movimento riformistico emergente e come elemento di opposizione, che avrebbe portato alla rivoluzione pacifica del 1989-1990.

Andreas Stegmann, The Protestant Church in the DDR

The history of the Protestant Church in the DDR is an interesting example of how faith can survive in a totalitarian State. From 1945 to 1989, the passage of Eastern Germany into the sphere of influence of Soviet power was a challenge for German Protestantism. Religion lost its traditional role in society, and individuals and communities were discriminated and sometimes persecuted by the Communist regime. The situation of the Protestant Church can be subdivided into three periods: from 1945 to 1961 the Church tried to defend its traditional position, due to the fact that over 90% of the population adhered to the Church; the construction of the Berlin wall in 1961 gave start to a period of withdrawal and re-orienteering, which lasted until 1978; at the end of the seventies, the Protestant Church, now marginalized, found a new role for itself as part of an emerging reforming movement and an element of opposition, which would eventually bring about the pacific revolution of 1989-1990.