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Eric Noffke, Una, due o tre vie di salvezza? Perdono e giustificazione in Paolo

L’articolo analizza il lavoro di alcuni esponenti della «Paul within Judaism Perspective» (in particolare Gager e Nanos) i quali hanno attaccato con veemenza la lettura luterana di Paolo, limitando la sua teologia della grazia ai soli credenti di origine pagana, mentre per gli ebrei la legge di Mosè rimarrebbe valida. Si presenta poi la tesi di J. Barklay per il quale la teologia della grazia implica di fatto una risposta nelle opere dei credenti. Dei primi G. Boccaccini, nel suo re- cente libro su Paolo, prende l’idea di cercare di collocare Paolo nel giudaismo del suo tempo, ma utilizzando piuttosto la sua lettura enochica della teologia protocristiana; del secondo sviluppa l’idea che la giustificazione del credente non coincide con la sua salvezza, ma apre solo una nuova possibilità per gli empi. Un accenno conclusivo a Theissen e von Gemunden aiuta a capire non solo la poliedricità delle letture contemporanee dell’apostolo Paolo, ma anche a ribadire la sostanziale validità dell’interpretazione luterana a fronte di queste nuove proposte.

Eric Noffke, One, Two or Three Ways of Salvation? Pardon and Justification in Paul

This article analyses the work of some followers of the “Paul within Judaism Perspective” (in particular Gager and Nanos) who attacked violently the Lutheran interpretation of Paul, which restricts his Theology of Grace to the sole believers of pagan origin, while for the Jews, Moses’ law would remain valid. Then J. Barclay’s thesis is introduced. According to this author, the Theology of Grace means in practice a response in the deeds of the believers. Among the first group, Boccaccini, in his recent book on Paul, tries to place Paul in the Judaism of this time, but he uses his Enochic interpretation of the Proto-Christian Theology; from Barclay’s thought he develops the idea that the justification of the believer does not coincide with his salvation, but it opens only a new possibility for the impious. At the end of the Article, the Author mentions Theissen and von Gemunden, thus helping one to understand how polyhedric the present interpretation of the Apostle is, but also reaffirms how the Lutheran interpretation is substantially valid, in comparison to these new suggestions.


Lothar Vogel, Reazioni evangeliche al dogma dell’Assunzione

Questo contributo offre una panoramica delle reazioni evangeliche alla dogmatizzazione dell’Assunzione nel 1950, compiuta in una fase già caratterizzata da rapporti ecumenici evoluti. Sono delineate le ripercussioni di differenze intra-evangeliche e in particolare del dibattito sulla demitizzazione proposta da Rudolf Bultmann sulla percezione e valutazione di questo atto. In tal modo, il dogma dell’Assunzione impose anche ai teologi evangelici del periodo una presa di posizione su come affermare una dottrina «positiva» ed ecclesiasticamente vincolante, anche se di contenuto diverso, e su come comprendere teologicamente la storia umana. Emerse dalla discussione una trasversalità delle questioni da affrontare che contribuì a impedire effetti deleteri del nuovo dogma sugli effettivi rapporti ecumenici.


Lothar Vogel, Protestant Reactions to the Dogma of the Assumption


This contribution gives an overview of the Protestant reactions to the Dogma of the Assumption in 1950, which took place at a time when ecumenical relations had already evolved. We describe the repercussions of inner-evangelical differ- ences and in particular the debate on the demythologization proposed by Rudolf Bultmann on the perception and evaluation of this act. In this way, the Dogma of the Assumption compelled Protestant theologians to take a stand on how to affirm a ‘positive’ and ecclesiastically binding doctrine, albeit with a different content, and on how to understand human history theologically. What emerged from the discussion was a transversal nature of the issues to be addressed, which helped to prevent deleterious effects of the new Dogma on the ecumenical relations.


Franco Chiarini, L’innodia metodista in Italia. Appunti su due raccolte della seconda metà dell’Ottocento e la musica di Filippo Festa


Animato dal desiderio di realizzare una propria innodia, l’evangelismo italiano della seconda metà dell’Ottocento produsse una grande quantità di inni, sia originali che tradotti, nella consapevolezza che il canto comunitario potesse costituire un valido strumento di evangelizzazione e testimonianza. Per quanto riguarda la componente metodista, l’esame delle due sezioni della raccolta Melodie evangeliche offre l’opportunità di conoscere le musiche per i testi di autori evangelici italiani esuli a Londra negli anni Quaranta e Cinquanta dell’Ottocento come pure quelle per molti altri inni tradotti da autori metodisti italiani non appena la missione metodista wesleyana si stabilì in Italia alla fine degli anni Sessanta. Tra queste musiche si distinguono quelle di Filippo Festa, membro della chiesa metodista di Napoli, autore di circa la metà di esse. La seconda sezione della raccolta presenta inni provenienti dal patrimonio innologico del protestantesimo «risvegliato» statunitense e inglese, anch’essi tradotti in italiano. Pertanto, le due sezioni esaminate fanno di Melodie evangeliche una ampia e diversificata raccolta di inni propedeutica alla stesura di un successivo innario, dove le musiche di Festa rappresentano un elemento di indubbio interesse tanto da essere inserite negli innari che videro la luce in quei decenni. A questo proposito l’Appendice al presente lavoro mostra alcune musiche del maestro metodista napoletano a testimonianza del suo significativo contributo all’innodia evangelica italiana tra secondo Ottocento e i primi decenni del nuovo secolo.


Franco Chiarini, Methodist Hymnody in Italy. Some Notes on Two Collections from the Second Half of the nineteenth Century and Filippo Festa’s Music


Italian Protestantism in the second half of the nineteenth century, being animated by the wish to have its own hymnody, produced a large amount of hymns, both original and translated, being aware that communal singing could be a valid instrument of evangelization and testimony.As regards the Methodists, the two sections of the collection of Melodie Evangeliche offer us the opportunity of learning the melodies for the texts of Protestant Italians in exile in London in the forties and fifties of the ninteenth century, and also the melodies of many other hymns translated by Italian Methodist authors at the time when the Wesleyan Methodist mission was established in Italy at the end of the sixties of the same century. The melodies composed by Filippo Festa, a member of the Methodist church in Naples, are the most noticeable, being circa half of them.The second section of the collection introduces hymns, which come from the collection of the “Revival” Protestantism from the United States and England, translated into Italian. Therefore, the two sections examined in Melodie Evangeliche offer an ample and diversified collection of hymns, as a propaedeutics to a subsequent Hymn Book, in which Festa’s melodies are an element of great interest, so much so as to be inserted into the hymn books produced in those decennia. The Appendix to the present Article shows some melodies of the Neapolitan Methodist Maestro, showing how significant his contribution is to Italian Protestant Hymnody in the second half of the nineteenth century and the first decennia of the new century.


Lorenzo Scornaienchi, Un Paolo volutamente inclusivo


Lo studio prende in esame le tesi di G. Boccaccini sulla teologia paolina. Paolo, ebreo apocalittico e messianico, sosterrebbe una teologia delle opere che culmina nel Giudizio finale cui dovrà comparire ogni umano. Per Boccaccini Paolo distingue tre vie di salvezza: l’osservanza della Torah per gli ebrei giusti, l’osservanza della legge della coscienza per i pagani giusti e la giustificazione per grazia per pagani ed ebrei peccatori. Tale teoria deriva da un intento voluta- mente inclusivo e composito che non considera come la croce e la resurrezione abbiano prodotto una svolta culturale e teologica radicale in Paolo e siano alla radice di quel suo caratteristico impeto missionario e polemico.


Lorenzo Scornaienchi, A Deliberately Inclusive Paul


The Article examines the theses of G. Boccaccini on Paul’s theology. According to this author, Paul, a messianic and apocalyptic Jew, asserts a theology of the deeds, which culminates in the final judgement to which every human being will appear. Paul therefore distinguishes three ways of salvation: the observance of the Torah for the just Jews, the observation of the law of conscience for the just pagans, and the justification by grace for pagans and sinning Jews. This theory is based upon a deliberately inclusive purpose which does not take into account how the cross and the resurrection produced a radical cultural and theological change in Paul, and are the basis of his characteristic missionary and polemical impetus.