abstract vol 78 : 3-4

Heike Walz, Lodare Dio con tamburi e danze? La teologia interculturale come «terzo spazio» decoloniale nel contesto della (post-)migrazione

«Lodate Dio con tamburi e danze», dice il Salmo 149,3. Le «comunità transnazionali» ghanesi celebrano culti pentecostali-carismatici con lodi, tamburi e danze. Questa spiritualità in movimento, insieme ad altre differenze, sfida le chiese tradizionali della Riforma a essere chiesa insieme come «comunità interculturali». Sulla base di questo case study dalla Germania, l’autrice offre un’introduzione alla teologia interculturale nel contesto della (post-)migrazione e spiega perché le sembra necessaria una «epistemologia decoloniale». Basandosi sulla sua ricerca Inter-Dance & Religion, sostiene che la musica e la danza popolare cristiana ghanese servono come strategie di coping esistenziale nel contesto della migrazione. Utilizzando il concetto di «terzo spazio» (Homi K. Bhabha), dispiega le vie verso una visione inclusiva di una chiesa «post-migrante», sostenuta dalla speranza di una «danza escatologica nella vigna» (Geremia 31,4.13).

Heike Walz, “Praising the Lord in the Dance with the Timbrel”? Intercultural Theology as a Decolonial “Third Space” in the Context of (Post)migration

“Praise the Lord in the dance with the timbrel” says Psalm 149,3. Ghanaian “transnational congregations” celebrate Pentecostal-charismatic worship ser- vices with praise, drums and dance. This spirituality in movement, along with other differences, challenges traditional Reformed Churches to be churches together as “intercultural congregations”. Using this case study from Germany, the Author provides an introduction to intercultural theology in the context of (post-)migration and explains why a “decolonial epistemology” seems necessary. Based on her Inter-Dance & Religion research, she states that Ghanaian Christian popular music and dance serve as existential coping strategies in the context of migration. Using the concept of “third space” (Homi K. Bhabha), she unfolds pathways to an inclusive vision of a “postmigrant” Church sustained by the hope of an «eschatological dance in the vineyard» (Jeremiah 31,4.13).

Giamaica Roberta Mannara, Il metodismo transnazionale tra Italia e Ghana: alcune considerazioni su una chiesa in continua rigenerazione

Il contributo ha lo scopo di restituire una fotografia della Chiesa metodista e valdese in prospettiva transnazionale, in particolare in relazione al rapporto della chiesa con la comunità di fedeli di origine ghanese. Nella prima sezione vengono analizzati in prospettiva storica i momenti salienti della nascita della Chiesa metodista ghanese e le vicende dei personaggi che hanno contribuito ad ancorare la chiesa alla storia della nazione africana. La seconda sezione, invece, ospita una serie di considerazioni circa il processo di rigenerazione che la Chiesa metodista e valdese d’Italia sta affrontando negli ultimi anni per far fronte alla necessità di accogliere i nuovi fedeli provenienti dal Ghana; alcune delle criticità tipiche dell’incontro interculturale e intergenerazionale vengono analizzate a partire dalle testimonianze dirette raccolte tra i membri di chiesa di origine ghanese.

Giamaica Roberta Mannara, Transnational Methodism between Italy and Ghana: Some Remarks on a Continuously Regenerating Church

The Article aims at giving a picture of the Methodist and Waldensian Church in a transnational perspective, mainly as regards the relationship of the Church with a congregation of members of Ghanaian origin. The first section analyses the historical perspective of the most important moments of the birth of the Ghana- ian Methodist Church and the course of events of the people who contributed to anchor the Church to the history of the African nation. The second section offers a series of remarks on the process of regeneration that the Italian Methodist and Waldensian Church is facing in order to welcome the new members of Ghanaian origin; some difficulties typical of intercultural and intergenerational encounters, starting from the evidence given by the Church members of Ghanaian origin.

Daniel Cyranka, Scienze delle religioni e Teologia interculturale: una duplice disciplina. Alcune tesi di lavoro

Questo articolo affronta l’argomento degli studi religiosi e della teologia interculturale come viene insegnata nella struttura dei programmi della teologia protestante nelle università di lingua tedesca. Si analizza l’esempio concreto dell’università di Halle in Germania, come pure le storie interconnesse della missiologia e degli studi religiosi. L’articolo include le tesi sull’argomento che sono usate e ulteriormente sviluppate nell’insegnamento accademico.

Daniel Cyranka, Science of Religions and Intercultural Theology: A Double Discipline. Some Theses of Work

This article introduces the subject of religious studies and intercultural theol- ogy as it is taught in the framework of Protestant theological degree programmes at German-speaking universities. The concrete context of the University of Halle in Germany is considered as well as the interwoven histories of missiology and religious studies. The text includes annotated theses on the subject, which are used and further developed in academic teaching.

Paolo Naso, Il talento sotterrato. La risorsa negata della religiosità dei migranti

A partire dai dati sul «Nuovo Pluralismo Religioso» che si è affermato anche in Italia, il saggio analizza i vari modelli di organizzazione delle comunità religiose dei migranti. Richiamando recenti ricerche qualitative e quantitative condotte nell’ambito di queste comunità, l’autore ricostruisce il «capitale sociale» – relazioni, welfare, reti di sostegno – che esse producono, e denuncia il fatto che questo «valore» non venga riconosciuto e utilizzato per promuovere politiche di integrazione e di inclusione di cui si avverte un grande e urgente bisogno.

Paolo Naso, The Talent Hidden in the Earth. The Refused Resource of Migrants’ Religiosity

Starting from the data emerged on the “New Religious Pluralism”, which has now become well-known in Italy, this essay analyses the various models of organization of religious congregations of migrants. Analysing recent qualitative and quantitative researches carried out within these congregations, the Author reconstructs the “social capital” – relationships, welfare, support networks – which they produce, and denounces the fact that this “value” is not recognized and used to promote policies of integration and inclusion, which we feel are badly and urgently needed.

Debora Spini, Democratura, regressione, ritorno della religione: qualcosa da dire?

L’articolo intende approfondire alcune suggestioni legate all’idea di «democratura», un neologismo per indicare quelle forme di democrazia che tendono al consenso plebiscitario annullando le forme di partecipazione al potere popolare tipiche di una democrazia liberale. Il ritorno del populismo e del sovranismo nella politica ne sono i primi sintomi, accompagnati da un ritorno delle religioni nel dibattito politico, perfino nel cuore dell’Europa secolarizzata. In questo contesto le chiese che nascono dalla Riforma hanno qualcosa da dire di costruttivo, per la loro genetica propensione a non sacralizzare ma a storicizzare l’esperienza di fede, liberando così spazio per il dialogo e il confronto tra le diversità che compongono una società moderna, capaci di impegno politico e sociale senza nostalgie o pretese di esclusività tipiche delle (ex?) religioni di stato.

Debora Spini, “Democratura”, Regression, a Return to Religion: Something to Say?

The article aims to explore some suggestions related to the idea of “democratura”, a neologism indicating those forms of democracy that tend toward plebiscitary consensus by nullifying the forms of participation in popular power typical of a liberal democracy. The return of populism and sovereignism in politics are the first symptoms of this, accompanied by a return of religions to political debate, even in the heart of secularized Europe. In this context, the Churches that grew out of the Reformation have something constructive to say, because of their genetic propensity not to sacralize, but to historicize the experience of faith, thus freeing up space for dialogue and confrontation among the diversities that make up a modern society, capable of political and social engagement without nostalgia or claims to exclusivity typical of (former?) State Religions.

Federica Brizi, Accoglienza e relazione d’aiuto in una prospettiva interculturale

L’articolo sottolinea l’importanza dell’accoglienza nei confronti degli immigrati alla luce dei principi della fede cristiana. Si evidenzia la necessità dell’integrazione degli immigrati in una società accogliente, promuovendo l’incontro interculturale. Il documento enfatizza l’importanza di evitare l’assimilazione e di adottare un approccio basato sulla comprensione e la fiducia reciproca. Inoltre, l’articolo illustra diverse teorie e approcci psicologici e sociologici che possono essere utili per comprendere e supportare i migranti nell’ambito dell’accoglienza. Si enfatizza l’importanza di un approccio interculturale che consideri la complessità e la specificità di ogni individuo. Infine, viene presentato un esempio di dialogo tra un facilitatore dell’integrazione e un migrante, mostrando un approccio collaborativo all’integrazione.

Federica Brizi, Welcoming and Help Relationship in an Intercultural Perspective

The Article underlines the importance of welcoming immigrants in the light of the Christian faith principles. It highlights how necessary it is to integrate immigrants in a welcoming society, promoting an intercultural encounter. The document emphasises the importance of avoiding assimilation and adopting instead an approach based on comprehension and reciprocal trust. Besides, the Article presents different theories and psychological and sociological approaches that can be useful to understand and support the welcoming of migrants. The emphasis is on the importance of an intercultural approach that takes into ac- count the complexity of each specific individual. Lastly, an example is presented of a dialogue between a facilitator of integration and a migrant, showing a collaborative approach to integration.

Silvia Omenetto, I luoghi di culto e di sepoltura alla prova dell’interculturalità. Il caso italiano

Il contributo esamina i luoghi della diversità religiosa localizzati sul territorio nazionale come interstizi urbani e spazi interculturali. Ciò significa interpre- tare le dinamiche di condivisione sincronica o di coesistenza e di condivisione diacronica o di sostituzione del medesimo edificio tra gruppi minoritari come espressione di reti e relazioni interculturali. L’attenzione verrà dapprima posta sulle strategie di insediamento che hanno determinato specifiche architetture di culto sia tra le comunità con origine migratoria sia tra i movimenti religiosi a maggioranza italiana. Si darà poi conto delle dinamiche di sostituzione e di coesistenza che stanno interessando anche i cimiteri comunali italiani – categoria di luoghi religiosi ancora poca nota – grazie a una prima ricognizione promossa dalla Fondazione Migrantes nel 2020, per giungere poi alle riflessioni finali in cui si confuterà l’ipotesi iniziale.

Silvia Omenetto, Places of Worship and Burials in the Test of Interculturalism.The Italian Case

This Article examines the places of religious diversity localized on the national territory, as urban interstices and intercultural spaces. This means interpreting the dynamics of syncronical condivision or coexistence and diacronic condivision or substitution of the same building among minority groups as an expression of networks and intercultural relationship. Firstly, the attention is drawn on the strategies of settlement that brought about specific architectures of worship among the congregations of migrant origin and the religious movements of Italian origin. Then the dynamics of substitution and coexistence that are taking place in Italian Council Churchyards will be examined – a category of religious places still not well known – thanks to an initial recognition promoted by “Fondazione Migrantes”, in 2020, reaching the final remarks that will refute the initial hypothesis.