abstract N 75 : 3-4

Paolo Gamberini, Un approccio post-teista al concetto cristiano di «Dio»

Ciò di cui ha urgente bisogno la teologia cristiana − in dialogo con la modernità, le scienze e il pluralismo religioso − è assumere criticamente il paradigma del cosiddetto teismo personale, per avviare un ripensamento della teologia da un punto di vista postteistico. Tale «nuovo» paradigma permette una comprensione di Dio in relazione essenziale con il creato, evitando così una visione interventistica e soprannaturalistica dell’azione divina. Come la fisica quantistica e la filosofia moderna hanno assunto la soggettività a fondamento della comprensione della realtà, così anche la teologia cristiana – nel suo approccio post-teista – è sollecitata a identificare nello «spirito» la Denkform in cui pensare insieme Dio e creazione in prospettiva panenteista. In questo modo sarà possibile abbozzare una forma «relativa» di monismo teologico.

Paolo Gamberini, A Post-theistic Approach to the Christian Conception of “God”

What Christian Theology urgently needs – in a dialogue with modernity, Science and religious pluralism – is to take on critically the model of the so-called personal Theism, in order to start re-thinking Theology from a post-theistic point of view. This «new» model enables one to understand God in an essential rapport with Creation, thus avoiding an interventional and supernaturalist Di- vine action. Just like Quantum Physics and modern philosophy, which have assumed subjectivity as the foundation of the comprehension of reality, also Christian Theology – in its post-theistic approach – is encouraged to identify Denkformin in the «spirit» with which God and Creation can be considered together, in a panentheistic perspective. It will be thus possible to outline a «relative» form of Theological monism.

Bruno Karsenti, Attualità della critica religiosa. Per una storia europea dei monoteismi

Il nuovo protagonismo delle religioni nella sfera pubblica mette in discussione diverse convinzioni che apparivano ormai assodate riguardo alla separazione tra l’ambito religioso e quello politico. Questa nuova situazione ha portato Habermas a un approfondito riesame delle proprie teorie riguardo al ruolo della ragione comunicativa nella sfera pubblica. Nel presente saggio si esaminano queste riflessioni di Habermas, segnalandone gli aspetti più significativi ma anche i limiti; in conclusione si avanza la proposta di tener conto del prezioso contributo di Habermas, ma di guardare al tempo stesso al di là di esso, sviluppando un programma di scienze sociali del religioso.

Bruno KarSenti, Topicality of Religious Criticism. For a European History of Monotheisms

The new tendency of religions to be protagonists in the public sphere undermines the well established convictions of the separation between the religious and political fields. This new situation brought Habermas to re-examine deeply his theories of the role of communicative reason in the public sphere. In this es- say, these observations of Habermas are examined, highlighting the most significant features but also its limits; at the end, the Author suggests taking into ac- count Habermas’s precious work, but at the same time to look beyond, developing a programme of Social Science of religious thought.

Giovanni Filoramo, C’è un futuro per Dio? Riflessioni in margine alla nuova spiritualità

Il paper si interroga sul modo in cui l’ipotesi Dio è presente nelle nuove forme di «religione» tecnologica che guidano oggi le profonde trasformazioni che la nostra società sta conoscendo. Dopo aver portato alcuni esempi di questa particolare religione come il datismo, si prendono in esame alcuni aspetti della religione virtuale legata alla rete e le trasformazioni che essa induce nell’esperienza religiosa. Il Dio particolare di questa religione virtuale è il «Dio connesso» ti- pico degli internauti, per i quali la rete diventa il luogo privilegiato dove sperimentare la ricerca di Dio.

Giovanni Filoramo, Is there a Future for God? Considerations Collaterally to the New Spirituality

This essay examines how the hypothesis of God is present in the new forms of technological «religion», which guide the profound transformations under- gone by our society. After some examples of a particular religion like Dataism, the Author analyses some aspects of the virtual religion of the Net and how it may transform religious experience. The particular God of this virtual religion is the «connected God» of Internet users, for whom the Net becomes the privileged place where the research of God can be experimented.

Gabriella Caramore, Dio: una parola in questione

Tutto è in discussione in questo momento della nostra storia, ed è inevitabile che anche le tradizioni religiose vadano rimesse in discussione. Tanto più nel momento in cui siamo costretti a guardare al mondo come a un mosaico fatto di tanti pezzi che meritano tutti la stessa considerazione e tutti strettamente interconnessi tra loro. Dire «Dio» è possibile solo se si tiene conto della storia di questa parola in Occidente, di come è stata declinata diversamente in altre culture, e del senso che si può dare a questa parola nella contemporaneità. Guardando a che cosa di sostanziale rimane, dopo un rigoroso e severo vaglio critico, rimane l’idea di giustizia e quella di misericordia.

Gabriella Caramore, God: a Word at Issue

Everything is at issue in our history nowadays, so inevitably religious traditions as well are an issue to be re-examined. Even more so at a time when we are obliged to look at the world as a mosaic made of different pieces that must all be taken into serious consideration, and which are all interconnected. It is possible to say «God» only if we take into account the history of this word in the western world; the way it has been applied in other cultures, and the sense that this word can be given nowadays. Looking at what essentially remains, after a rigorous and strict critical examination, the ideas that remain are justice and mercy.

Letizia Tomassone, La Sapienza chiama: conflitti necessari per ripensare il divino

Praticare modi di parlare di Dio oltre le costrizioni patriarcali che identificano il divino nel maschile potente significa applicare uno sguardo dal basso, partire dalla vita di donne e uomini, rifiutando un uso strumentale e violento del nome di Dio. È un’operazione postcoloniale quella che l’ermeneutica femminista mette in atto. In questo articolo si cerca di ridare spessore ermeneutico e genealogia all’esperienza femminile del divino. I passi biblici esaminati sono due: il primo è lo scontro tra le donne di Israele esuli in Egitto e Geremia a proposito della «regina dei cieli»; il secondo è l’opera della Sapienza e delle donne nella Gerusalemme della ricostruzione post-esilica. Nel primo testo è in gioco il potere di nominare Dio da parte delle donne che aspirano alla pace. Nel secondo testo si affronta la ridefinizione dell’identità etnica nell’Israele post-esilico e la questione dell’universalità del rapporto con Dio. Le ermeneutiche femministe mostrano la possibilità di letture altre che costruiscono comunità di interpretazione a partire dai margini e dalla domanda di giustizia.

Letizia Tomassone, Wisdom Calls: Necessary Conflicts to Re-think the Idea of Divine

Practising a way of talking of God beyond patriarchal constrictions that identify the Divine with a powerful male, means looking up from below, start- ing from the lives of women and men, refusing an instrumentalistic and violent usage of the name of God. It is a post-colonial action put into practice by Feminist hermeneutics. This article tries to give hermeneutic importance and genealogy to the feminine experience of the Divine. Two biblical passages are ex- amined: the first is the dispute between the women in Israel who are in exile in Egypt and Jeremiah vis-à-vis the «queen of heaven»; the second is the action of Wisdom and the women in Jerusalem during reconstruction after the exile. In the first test, the power of women who aspire to peace to take the name of God is at stake. The second text confronts re-defining ethnical identity of Israel after the exile and the issue of the universality of the relationship with God. Feminist hermeneutics show the possibility of a different interpretation, that starts from the periphery and from a request of justice.

Hans-Martin Barth, Parliamo meno di Dio, parliamo di Gesù Cristo

Di fronte alle tante difficoltà di parlare di Dio oggi (il naturalismo, l’indifferentismo, una spiritualità atea, la globalizzazione delle religioni), è necessario un approccio alternativo: lasciare aperta la questione di Dio, parlare di Gesù Cristo − e parlare di Dio parlando di Gesù Cristo. Il vangelo invita l’uomo a una vita nella fiducia, nella speranza e nell’amore. Chi si affida a questa via scoprirà effettivamente forze di fiducia, speranza e amore e potrà riconoscere (oltre i tradizionali teistici o d’altro genere) Dio come il «da dove» della nostra fiducia e tutti i suoi effetti.

Hans-Martin Barth, Let Us Talk Less about God. Let Us Talk about Jesus Christ

Because it is so difficult to talk about God nowadays, (Naturalism, Indifferentism, an atheist spirituality, the globalization of religions), it is necessary to find an alternative approach: leaving the question of God open, talking of Jesus Christ instead – and talk about God while talking about Jesus Christ. Gospels invite man to a life based on confidence, hope and love. He will thus be able to recognise (besides traditional theistic or other kind) God like «from where» of our confidence and all the effects of it.

Fulvio Ferrario, Risorse nel pensiero protestante

L’articolo individua quattro tradizioni teologiche e spirituali protestanti e le interpreta come contributi alla ricerca odierna di linguaggi adeguati al compi- to che attende la chiesa: teologia kerygmatica, eredità del Risveglio, pensiero liberale e predicazione critico-sociale. Non si tratta, naturalmente, di operare in termini banalmente irenici, cercando di «conciliare» linee di pensiero che si so- no spesso considerate reciprocamente incompatibili, bensì di rileggerle alla ricerca di elementi costitutivi dell’annuncio cristiano in quanto tale.

Fulvio Ferrario, Resources of Protestant Thought

The article talks about four theological and spiritual Protestant traditions and interprets them as contributions to the present research concerning languages suitable to the task expected by the Church: Kerygmatic Theology, the inheritance of Réveil, the liberal thought and the critical-social preaching. It is not, naturally, a banal irenic approach aiming at «reconciling» waves of thought that have often been considered incompatible, but a way to re-interpret them in order to find in them essential elements of the Christian announcement as such.

Roberto Repole, Chiesa riflesso di Dio

A dispetto di alcune letture sottrattive della secolarizzazione, nel tempo attuale si assiste a una rivincita della parola Dio, secondo modalità non facilmente riconducibili a unità. In un tale contesto, ogni discorso sulla chiesa è sfidato non da questioni secondarie ma dalla questione centrale del suo senso in ordine alla realtà di Dio. In tale contesto, la seconda grande sfida è data dalla capacità che la chiesa ha di riflettere nel suo essere il volto trinitario di Dio, e non una qualunque immagine di Dio. Sono le due sfide che vengono assunte nel presente saggio, nel tentativo di mostrare che la questione della riforma della chiesa non è da leggere «in sé e per sé», ma in un tale orizzonte.

Roberto Repole, The Church as a Reflection of God

In spite of some subtractive interpretations of secularization, nowadays the word God is experiencing a return, in ways that cannot be attributed to unity. In such a context, every argument on the Church is challenged not by second- ary issues, but by the central issue of its sense as regards the reality of God. In this context, the second great challenge is the capacity of the Church to reflect in its being the Trinitarian face of God, and not any image of God whatsoever. This essay confronts two challenges, in an effort to show that the reformation of the Church must be interpreted not per se but in this horizon.

Paolo Naso, Dire Dio nel post-secolare

Il saggio intende contribuire alla riflessione insieme teologica e sociologica sulle difficoltà e sul senso del «dire Dio oggi». Il quadro di riferimento è quello della post-secolarizzazione, e cioè di un contesto nel quale la religione sembra aver ritrovato un suo spazio sia nel dibattito pubblico sia nei percorsi individuali di fede e di spiritualità. Si tratta, però, di un recupero ambiguo e contraddittorio nel quale i tratti tipici della secolarizzazione si confondono con quelli della violenza nel nome di Dio, dei radicalismi e di percorsi religiosi sempre più individualizzati e compositi, talora ingenuamente sincretisti. In questo contesto, la proposta «rigida» delle dogmatiche e delle ecclesiologie tradizionali fatica ad affermarsi e le comunità di fede sono poste di fronte alla sfida della ricerca di nuovi linguaggi, simboli e formule per «dire Dio» con efficacia e coerenza con la propria identità. A complicare il quadro, tutto questo avviene in un mercato religioso globale sempre più aperto che registra una competizione sempre più alta della quale, a soffrire maggiormente, sembrano essere le proposte più tradizionali e consolidate.

Paolo Naso, Talking about God in a Post-secular World

The essay offers a contribution to the issue, theological and sociological at the same time, of the difficulty of «talking about God today». The framework of reference is post-secularization, a context in which religion appears to have found a space again, both in public debate and in individual progresses of faith and spirituality. This is, however, an ambiguous and contradictory recuperation, because the typical features of secularization are confused with the violence in the name of God, radicalisms and religious progresses that are more and more individualized and composite, even ingenually syncretistic. In such a context, the «rigid» suggestions of traditional dogmatics and ecclesiologies find it difficult to assert their principles, and denominations face the challenge of looking for new languages, symbols and formulas to «say God» in a way that is effective and coherent with their identities. What makes the picture more complicated, this happens in a global religious market that is more and more open, and is more and more competitive. The consequence is that more traditional and well established propositions suffer.