Autore: wp_5978506

abstract vol 76 : 2-3

Lothar Vogel, La «religiosità africana» e la teologia: considerazioni su un rapporto complesso

Questo saggio si propone anzitutto l’obiettivo di identificare le radici del concetto di una specifica «religiosità africana», uniforme almeno nella contrapposizione a quella «occidentale», in quello etnologico dell’«animismo», rivalutato, però, in senso positivo e identitario nell’epoca della decolonizzazione. Inoltre, si prova a delineare l’impatto di questo concetto sul paesaggio ecclesiastico e teologico del cristianesimo africano odierno, rilevandone l’effettiva pluralità. In sintesi, si sostiene che la piena liberazione dai presupposti coloniali esiga anche una rivisitazione del concetto in questione.

Lothar Vogel, “African Religiosity” and Theology: Considerations on a Complex Relationship

Firstly, this essay aims to identify the roots of the concept of a specific “Afri- can Religiosity”, which appears to be uniform at least in its opposition to the “western” religiosity. These roots are found in the ethnological concept of “animism”, which was revalued, however, in a positive sense in the era of decolonization. Furthermore, an attempt is made to outline the impact of this concept on the ecclesiastical and theological landscape of African Christianity today, no- ting its present plurality. It is argued that full liberation from colonial presuppositions also requires a revisiting of the concept in question.

Daniela Lucia Rapisarda, Teologie africane tra inculturazione e liberazione

Nel continente africano teologie della liberazione e teologie dell’inculturazione sono state sviluppate da gruppi diversi di teologi e teologhe con differenti presupposti ermeneutici e diverse finalità: trasformazione sociale da una parte e continuità culturale dall’altra. Con inculturazione si intende fare riferimento a principi di fede tramite categorie culturale contestuali. Il processo di pacificazione noto come «da gente a gente», condotto da chiese e organizzazioni ecumeniche nel Sud Sudan dal 1997 al 2002, è qui presentato come esempio di un processo nel quale la necessità di raggiungere la pace ha dato vita ad una riflessione teologica che ha saputo tenere insieme questioni di inculturazione e di liberazione.

Daniela Lucia Rapisarda, African Theologies between Inculturation and Liberation

In the African continent, Theologies of Liberation and Theologies of Inculturation have been developed by different groups of theologians with different hermeneutical assumptions and different aims: social transformation on one side, and cultural continuity on the other. Inculturation refers to principles of faith through contextual cultural categories. The process of pacification known as “from people to people”, carried out by Churches and Ecumenical organizations in South Sudan from 1997 to 2002, is illustrated here as the example of a process in which the necessity to reach a peace agreement gave birth to a theological reflection which managed to keep together both questions of inculturation and of liberation.

Letizia Tomassone, Teologhe africane per una pratica trasformativa e profetica

Le teologhe africane discutono l’affermazione che la sottomissione delle donne nella società e nelle chiese sia eredità della missione e della colonizzazione occidentale. Guidate dall’analisi lucida di Mercy Amba Oduyoye rintracciano anche nelle religioni tradizionali africane tratti di misoginia e sessismo, e al tempo stesso sviluppano una genealogia femminile di profetesse africane che dan- no corpo alla speranza di una piena libertà. L’articolo si sofferma soprattutto sugli scritti della teologa Mercy Amba Oduyoye, iniziatrice del Circle of African Women Theologians. Vuole presentare le modalità crossculturali e intersezionali di una teologia femminista che si confronta con l’Aids ma anche con il lavoro femminile, con le oppressioni ma anche con il coraggio delle donne. Le teologie femministe africane occupano oggi un posto di grande rilievo nel dibattito post- coloniale e offrono un contributo potente al rinnovamento del cristianesimo.

Letizia Tomassone, Africa’s Women Theologians for a Transformative and Prophetic Practice

Africa’s women theologians discuss the affirmation that the submission of women in society and in the Church is a heritage of the Christian mission and Western colonization. Mercy Amba Oduyoye’s lucid analysis provides the guide- lines in the search for traces of misogyny and sexism in traditional African religion. At the same time, a female genealogy of African women prophets that em- body hope in complete freedom comes to light.The article concentrates primarily on the writings of theologian Mercy Amba Oduyoye, founder of the Circle of African Women Theologians. The intention is to examine the cross-cultural and intersectional modes of a feminist theology obliged to face the challenge of Aids but also women’s occupations, observing both the oppressions suffered but also the courage characteristic of women. Africa’s feminist theologians are today on the cusp of the post-colonial debate and can offer a powerful contribution to the renewal of Christianity.

Margherita Picchi, Schiavi, mistici, banditi: breve storia dei musulmani del Capo nel Sudafrica coloniale (1652-1834)

Questo articolo intende offrire una rassegna storica sulla comunità musulmana del Capo in Sudafrica a partire dallo sbarco dei primi coloni olandesi e dei loro schiavi (1652) fino all’abolizione della schiavitù (1834). Tale rassegna è basata principalmente sulla «storiografia della liberazione» prodotta da storici musulmani sudafricani, a partire dagli anni Ottanta del Novecento, allo scopo di decostruire la narrazione suprematista della storia del paese e fornire il con- testo intellettuale per una lotta politica di liberazione. Dopo un’introduzione teorica in cui si presentano potenzialità e limiti insiti nella scrittura della «storia subalterna», l’articolo ripercorre la storia della formazione della comunità musulmana del Capo e le trasformazioni da essa attraversate durante i primi due secoli di governo coloniale.

Margherita Picchi, Slaves, Mystics, Bandits: A Short History of Moslems of the Cape in Colonial South Africa (1652-1834)

This article offers a historical overview of the Moslem community of the Cape in South Africa, starting from the arrival of the first Dutch colonists and their slaves (1652) up to the abolition of slavery (1834). This overview is based principally upon the “History of Liberation” produced by South African Moslem historians, from the nineteen eighties, with the aim of deconstructing the supremist narration of the history of the country and offering the intellectual context for a political struggle for liberation. After a theoretical introduction in which the potentialities and limits of the writing of “subordinate history”, the article goes over the history of the formation of the Moslem community of the Cape and the transformations which it had to undergo during the first two centuries of colonial government.

Sergio Rostagno, Autenticità del cristianesimo

Nel volume Volti (2020) Ferretti raccoglie tredici colloqui con altrettanti filosofi e teologi italiani avendo sempre come orizzonte la vita pubblica e la pre- senza di un cristianesimo adulto in essa. Ferretti ha di fronte filosofi della stessa estrazione, alcuni dei quali hanno messo da parte un cristianesimo ecclesiastico e ufficiale per un cristianesimo delle fonti liberamente rivissuto, mentre altri lo hanno letto in maniera soltanto filosofica. Nel libro troviamo molti impulsi e suggerimenti per una riflessione personale e d’altra parte la necessità di aggiornare alcuni criteri della tradizione cristiana stessa. Il recensore confronta alcune tesi con i presupposti della teologia protestante.

Sergio Rostagno, Authenticity of Christianity

In the volume Volti (2020) Ferretti collects thirteen interviews with as many Italian philosophers and theologians, always having as its horizon public life and the presence of an adult Christianity in it. Ferretti is faced with philosophers of the same extraction, some of whom have put aside an ecclesiastical and official Christianity for a Christianity of freely relived sources, while others have read it only in a philosophical way. In this book we find many impulses and suggestions for personal reflection and, on the other hand, the need to update some criteria of the Christian tradition itself. The Reviewer compares some theses with the assumptions of Protestant theology.

abstact vol 76 : 1

Fulvio Ferrario, La cattedra e il pulpito. Il servizio teologico nella chiesa evangelica

Il contributo, presentato come Prolusione all’Anno Accademico 2020-2021 della Facoltà valdese di Teologia, si concentra sul rapporto tra teologia universitaria e prassi ecclesiale in una prospettiva evangelica: in questo quadro, il titolo fa riferimento alla discussione del 1923 tra Adolf von Harnack e Karl Barth. Dopo aver brevemente esaminato alcuni episodi della storia di tale rapporto, la figura di Rudolf Bultmann viene presentata come paradigma di una sintesi promettente tra radicale rigore critico da una parte e intenso impegno ecclesiale dall’altra.

Fulvio Ferrario, The Chair and the Pulpit. Theological Service in Protestant Churches

The essay, which was delivered as the inaugural lecture of the Academic Year 2020-2021 of the Waldensian Faculty of Theology, focuses on the relationship between University Theology and ecclesiastical practice in a Protestant perspective; the title refers to the debate between Adolf von Harnack and Karl Barth in 1923. After considering briefly some episodes of the history of that relation- ship, Rudolf Bultmann is presented as the paradigm of a promising synthesis between a radical critical strictness on one side and a profound ecclesial commitment on the other.

Raniero Fontana, Israele e gli altri ieri e oggi

Dopo una concisa disamina circa l’uso dei principali termini impiegati nella letteratura rabbinica per designare i non-ebrei, l’autore tematizza il delicato rapporto fra figli di Noè e cristiani dal punto di vista ebraico di ieri e di oggi. E invita alla prudenza nel fare ricorso a un’espressione quale è quella di «unico popolo di Dio» (one people of God), autorevolmente coniata nell’ambito dell’attuale dialogo ebraico-cristiano, mettendo ebraicamente in primo piano la portata dell’Alleanza del Sinai e le ricadute che ha sulla nozione stessa di popolo.

Raniero Fontana, Israel and the Others, Yesterday and Today

After a concise analysis of the use of the principal terms used in Rabbinic literature to design non-Jews, the Author examines the delicate rapport between the Children of Noah and the Christians, from the Jewish point of view of yesterday and of today. The Author exhorts to prudence in resorting to such expressions as The one people of God, which was created influentially in the context of the present Jewish-Christian dialogue, putting first, from a Jewish point of view, the importance of the Alliance of the Sinai and the consequences which it has on the very notion of people.

Sergio Rostagno, Orange II e i dialoghi ecumenici

La formazione di chiese diverse nell’Europa del Cinquecento è accompagna- ta da intensi dialoghi tra teologi protestanti e tradizionali. Tali dialoghi sono divenuti numerosi e importanti nel Novecento. L’autore si domanda se i dialoghi abbiano portato una parte ad accogliere parzialmente le istanze dell’altra. I canoni del Concilio di Trento sulla giustificazione accolgono l’agostinismo del secondo Concilio di Orange (Francia; anno 529). Il saggio sottolinea in particola- re l’interesse del canone V di Orange, noto a Calvino, e ne illustra il significato ecumenico tuttora possibile.

Sergio Rostagno, Orange II and Ecumenical Dialogues

The birth of different Churches in Europe in the 16th Century went along with intense dialogues between Protestant and traditional theologians. Similar dialogues were numerous and important in the 20th century. The Author wonders if such dialogues brought a partial acceptance by one part of the issues of the other. The Canons of the Council of Trento on Justification accept the Augustinism of the second Council of Orange (France, year 529). The essay highlights, in particular, the importance of the Fifth Canon of Orange, well known to Calvin, and explains its ecumenical significance, which is still possible today.

abstract vol 69 : 3

E. Genre, Dietrich Bonhoeffer: la spiritualità di un cospiratore tra profe­zia e biografia

Prendendo come riferimenti il periodo di vicariato di Bonhoeffer a Barcel­lona (1928) e la lettera a Bethge, scritta il giorno dopo il fallito attentato a Hi­tler (21 luglio 1944), l’A. individua nel profetismo biblico classico, e in partico­lare nel profeta Geremia, il canovaccio di una spiritualità evangelica radicata nella Scrittura, tra promessa e giudizio, in cui la fede e l’etica sono sfidate, con­traddette dagli avvenimenti della storia. Sfide e contraddizioni che si intreccia­ no con la coscienza di una vocazione cristiana che si interroga coram Deo.

E. Genre, Dietrich Bonhoeffer: la spiritualità di un cospiratore tra profe­zia e biografia

The author takes two reference points in his study of Bonhoeffer -the period of Bonhoeffer’s curacy in Barcelona (1928) and the letter he wrote to Bethge on the day after the attempt on Hitler’s life (21 July 1944). Genre maintains that the underpinning of Bonhoeffer’s radical scriptural spirituality is to be found in the Hebrew prophets, particularly Jeremiah. His life is a spiritual one in which God’s promise of salvation and the idea of God’s judgement contend, and in which his­torical events challenge and contradict Bonhoeffer’s faith and ethical convictions. But these challenges and contradictions are intertwined with Bonhoeffer’s aware­ ness that he is called to a Christian witness which questions itself coram Deo.

A. Pangritz, Mistero e «disciplina dell’arcano» in Dietrich Bonhoeffer

L’interpretazione della categoria di «disciplina dell’arcano» costituisce uno dei problemi più dibattuti negli studi sulle lettere dal carcere. L’A., uno specia­lista della materia, percorre l’arco della produzione bonhoefferiana, seguendo l’evoluzione del concetto e la sua incidenza sull’insieme dell’impianto teorico di Bonhoeffer.

A. Pangritz, Mistero e «disciplina dell’arcano» in Dietrich Bonhoeffer

Students of Bonhoeffer’s letters from prison disagree about how to interpret ‘the discipline of hidden things’. Pangritz, who is a specialist in this field, looks

F. Ferrario, Mondo adulto e teologia della croce

L’immagine di Dio nelle lettere dal carcere di Dietrich Bonhoeffer ripercorre alcuni temi centrali della teologia bonhoefferiana del perio­do di Tege, assumendo come filo conduttore dell’esposizione la poesia Cristia­ni e pagani. La teologia della croce, la tematica dell’autonomia del mondo e la particolare lettura bonhoefferiana dell’annuncio della giustificazione si intrec­ciano m modo denso e carico di implicazioni anche per l’oggi.

F. Ferrario, Mondo adulto e teologia della croce

Ferrario uses the poem, Christians and Pagans as a guide in his considera­ t10n of some of Bonhoeffers centra} themes during the Tegel period. The theol­ogy of the cross, the theme the separateness of the world, and especially Bon­hoeffer’s understanding of justification are closely connected and of continuing importance for us today.

D. Garrone, Fede e religione nella post-modernità: rifiessioni a partire da Resistenza e resa di Dietrich Bonhoeffer

Il mondo completamente non religioso preconizzato da Bonhoeffer in Resi­stenza e resa appare oggi sostituito da una inattesa rinascita del religioso, non 0Ita1:1to nelle are di influenza del radicalismo islamico, ma anche nel cuore dell’ Occidente: basti pensare agli evangelica[ negli Stati Uniti e alla chiesa cattolica in Italia e in Europa. Questa rinascita dà luogo a singolari alleanze tese a con­ testare alcuni capisaldi della modernità democratica, soprattutto in materia di etica pubblica. Le considerazioni di Bonhoeffer sul rapporto tra Cristo e il mon­do adulto mantengono la loro attualità, tanto più se si pone al centro la questio­ne di una testimonianza alla rivelazione di Dio in Cristo fondata sull’ evangelo.

D. Garrone, Fede e religione nella post-modernità: rifiessioni a partire da Resistenza e resa di Dietrich Bonhoeffer

The completely secular world which Bonhoeffer predicted in Resistence and Surrender, seems today to bave given way to an unexpected blossoming of reli­gion, not only m those parts of the world where radical Islam flourishes but al­ so right in the heart of the West. We might think of evangelicals in the United States, for instance, or the Roman Catholic Church in Italy and Europe. This rebirth of religion creates unusual alliances ready to challenge some of assump­tions which inform modem democraies, especially on questions of public ethics. Bonhoeffer’s reflections on the relationship between Christ and our world con­tinue to be relevant, especially when we consider his evangelica} witness to God’s revelation in Christ.

F. Ferrario, Bonhoefferiana

Vengono presentate alcune opere su Bonhoeffer apparse in occasione delle celebrazioni del biennio 2005-2006 .

F. Ferrario, Bonhoefferiana

The author introduces severa} works on Bonhoeffer published for the 1ooth anniversary of his birth.

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Jennifer Wasmuth, Il cristianesimo in Unione Sovietica

Questo articolo analizza gli sviluppi storici del cristianesimo nell’Unione Sovietica dal 1922 al 1991, concentrandosi sulla Chiesa ortodossa russa e sulla Chiesa evangelica luterana. Il periodo in questione è stato caratterizzato da gravi persecuzioni dei cristiani con centinaia di migliaia di vittime. Nonostante le persecuzioni colpissero entrambe le chiese, divergevano nella loro intensità e durata. L’articolo pone in rilievo che la violenza massiccia adoperata dalle autorità bolsceviche non era principalmente motivata dall’ideologia comunista ma dall’esigenza di «creare» un nemico per consolidare il regime. D’altronde, all’inizio del xx secolo, entrambe le chiese erano affette da conflitti interni, per i quali erano incapaci di opporre alle azioni bolsceviche una resistenza efficace.

Jennifer Aasmuth, Christianity in the Soviet Union

This article analyses the historical developments of Christianity in the Soviet Union (1922-1991), focusing on the Russian Orthodox Church and on the Lutheran Church. It was a time of severe Christian persecution, which claimed hundreds of thousands of victims. Although both Churches were affected by persecutions, these differed in their intensity, extent and duration. The article high- lights that the massive violence of Bolshevik authorities was not due to putting into practice Communist ideology, but by the need to “create” enemies in order to consolidate the regime. On the other hand, at the beginning of the 20th century both Churches were affected by internal conflicts, and therefore could not confront the Bolshevik actions in an effective way.

András Korányi, Stato e chiesa – ideologia e teologia. I principi della Riforma nel contesto del socialismo ungherese

La contestualità è stata un fattore importante nella costruzione di una ideologia teologica cristiana nella seconda metà del xx secolo. Il mondo bipolare del periodo della Guerra fredda ha portato a un contesto diverso per la teologia e le chiese del mondo occidentale da quello del mondo orientale, socialista. La Chiesa luterana d’Ungheria è esistita e ha lavorato all’interno della struttura del regime comunista dal 1945 al 1990. Nonostante l’antagonismo chiesa-stato, si possono individuare tre diverse fasi nel rapporto fra religione e politica nelle deca- di socialiste: una vasta gamma di pressione contestuale, che andava da minacce terroristiche a una cooperazione tattica per il bene del sistema politico. Dopo la sconfitta della rivoluzione anticomunista del 1956, D. Zoltán Káldy, vescovo della Chiesa luterana (1958-1987), sviluppò un concetto teologico contestuale chiamato «Teologia della diaconia», che offriva un modus vivendi per poter collaborare sia pure in maniera limitata con le autorità e offriva una prospettiva di sopravvivenza della chiesa, con vantaggi per entrambe le parti. Questo studio offre una visione d’insieme dei dilemmi storici e teologici che si nascondono dietro il concetto di teologia della diaconia, e un’analisi del suo contesto politico e sociale sotto il regime comunista ungherese.

András Korányi, State and Church – Ideology and Theology. The Principles of the Reformation in the Context of Hungarian Socialism

Contextuality was a potent feature in constructing a Christian theological identity in the second half of the 20th century. The bipolar world of the Cold War period meant a particular context for Theology and Churches in the Western and Eastern (Socialist) worlds. The Lutheran Church in Hungary existed and worked within the framework of a Communist regime (1945-1990). In spite of the antagonism between Church and State, there were different phases of the relationship between religion and politics during the Socialist decades: a wide palette of contextual pressure, which goes from terroristic threats to tactical cooperation for the sake of the political system. After the collapse of the an- ti-Communist uprising in 1956, D. Zoltán Káldy as bishop of the Lutheran Church (1958-1987) developed a contextual theological concept called “Theology of Diacony” which offered a modus vivendi for a limited cooperation with the authorities and a perspective of subsistence of the Church, with mutual advantages for both parties. The present study offers an overview of historic and theological dilemmas behind the concept of the Theology of Diacony and an analysis of its political and social context under the Communist regime in Hungary.

Andreas Stegmann, La Chiesa protestante nella DDR

La storia della Chiesa evangelica nella DDR è un esempio interessante di sopravvivenza della fede cristiana in uno stato totalitario. Dal 1945 al 1989, l’integrazione della Germania orientale nella sfera di potere sovietico costituì una sfida per il protestantesimo tedesco. La religione perse il suo ruolo tradizionale nella società e gli individui e le comunità subirono discriminazioni e a volte persecuzioni dal regime comunista. Per la Chiesa protestante possiamo distinguere tra tre periodi: negli anni dal 1945 al 1961 la Chiesa tentò di difendere la sua posizione tradizionale in forza del fatto che più del 90 per cento della popolazione le apparteneva. La costruzione del muro di Berlino, avvenuta nel 1961, inaugurò anni di ritiro e riorientamento durati fino al 1978. Dalla fine degli anni Settanta, la Chiesa protestante, oramai marginalizzata, trovò un ruolo nuovo come parte di un movimento riformistico emergente e come elemento di opposizione, che avrebbe portato alla rivoluzione pacifica del 1989-1990.

Andreas Stegmann, The Protestant Church in the DDR

The history of the Protestant Church in the DDR is an interesting example of how faith can survive in a totalitarian State. From 1945 to 1989, the passage of Eastern Germany into the sphere of influence of Soviet power was a challenge for German Protestantism. Religion lost its traditional role in society, and individuals and communities were discriminated and sometimes persecuted by the Communist regime. The situation of the Protestant Church can be subdivided into three periods: from 1945 to 1961 the Church tried to defend its traditional position, due to the fact that over 90% of the population adhered to the Church; the construction of the Berlin wall in 1961 gave start to a period of withdrawal and re-orienteering, which lasted until 1978; at the end of the seventies, the Protestant Church, now marginalized, found a new role for itself as part of an emerging reforming movement and an element of opposition, which would eventually bring about the pacific revolution of 1989-1990.

abstract vol 74 : 2

Mauro Belcastro, L’azione predestinante di Dio nell’epistola ai Romani: (pre-) determinazione e libertà divina davanti all’impossibilità umana

L’interesse nel mostrare il legame tra il divino e l’umano e la specifica via della sua relazione è ben espresso dall’uso che Paolo fa del verbo προορίζω (predestinare). Alcuni passaggi chiave della Lettera ai Romani mostrano come l’azione predesti- nante di Dio nei confronti dell’umanità sia il suo specifico e libero modo di far fronte all’irriducibile debolezza umana. L’agire predeterminante di Dio esprime una duplice realtà: da una parte è la scoperta paolina di un’azione divina che permea tutte le cose e implica, sollecita e determina l’agire umano; dall’altra è l’espressione più alta della sua libertà che si manifesta nel compimento della vi- cenda del Messia Gesù.

Mauro Belcastro, The Pre-destining Action of God in the Epistle to the Romans: (Pre-)Determination and the Freedom of God vis-à-vis Human Impossibility

The use which Paul makes of the verb προορίζω (to predestine) shows his interest in highlighting the tie between the Divine and the Human and the specific way of its relationship. Some key passages in the Epistle to the Romans show how the predestining action of God towards Humanity is His specific and free way to confront irreducible human frailty. The predetermining action of God ex- presses a double reality: on the one hand it is the Pauline discovery of a divine action which permeates all things and involves, stimulates and determines human acting; on the other hand it is the highest expression of His freedom, which reveals itself in the accomplishment of the event of Jesus the Messiah.

Alessandra Pecchioli, La traduzione BIR nel contesto della storia delle traduzioni bibliche

L’articolo intende ripercorrere per sommi capi i punti salienti della storia del- le traduzioni e dei loro metodi, accennare agli aspetti teorici e pratici contemporanei che informano il processo traduttivo illustrandoli con alcuni esempi tratti dalla Bibbia Italiana della Riforma.

Alessandra Pecchioli, The BIR Translation in the History of Bible Translations

The article goes briefly over the most important points of the history of translations and their methods, it outlines the present-day theoretical and practical elements which are at the basis of the process of translation, illustrating them with some examples taken from the Bibbia Italiana della Riforma (Italian Bible of the Reformation).

Daniele Garrone, Ancora su Stiffelio: un’opera protestante?

Il libretto dello Stiffelio di Piave, a monte degli interventi della censura triestina del 1850, che mascherò gli espliciti richiami al protestantesimo e impose una nuova scena finale sconnessa dal resto dell’azione e del tutto banale, ha mantenuto e valorizzato il culmine dell’azione drammatica in una parola di perdono, nella “casuale” lettura di una parola di Gesù. La consapevolezza del retroterra protestante della vicenda, messa in scena nella singolare opera che è lo Stiffelio, è rilevante non solo per lo spettatore italiano, ma anche per chi deve curarne l’allestimento scenico.

Daniele Garrone, Once More on Stiffelio: a Protestant Opera?

The Libretto of Stiffelio by Piave, before the action of the Censure in Trieste in 1850, which masked the explicit references to Protestantism and imposed a new final scene, disconnected from the rest of the action and altogether banal, has kept and brought out the acme of the dramatic action in a word of forgiveness, in the “casual” reading of a word by Jesus. The consciousness of the Protestant background of the story staged in the peculiar opera Stiffelio, is relevant not only for an Italian spectator, but also for the person who must undertake the scenic setting.

Bruno Rostagno, Riforma come decisione e resistenza. Barth nella lotta e nello sguardo retrospettivo

Due testi di Barth, recentemente ripubblicati, che hanno inciso profondamente nella situazione ecclesiastica degli anni Trenta, continuano ad avere un valore di indirizzo per la lucidità con cui viene impostata la posizione della chiesa di fronte alle ideologie e di fronte alla continua esigenza di riforma. A questi si aggiunge ora la raccolta degli scritti autobiografici comparsi a scadenza decennale tra il 1938 e il 1958.

Bruno Rostagno, The Reformation as a Decision and Resistance. Barth in fight and in a retrospect outlook

Two texts by Barth, recently re-published, which marked deeply the ecclesiastical situation in the Thirties of the last century, still have a great value in the approach, for the lucidity with which the position of the Church is formulated vis-à-vis ideologies and facing the continuous necessity of reformation. The collection of the autobiographical writings, which appeared every ten years between 1938 and 1958, are now added to these.

vol 74 :1 0 2019

PROTESTANTESIMO vol 74 : 1

EditorialeComunicabilità; Enrico Benedetto , Rivolgersi a Dio. La pre­ghiera evangelica da Lutero all’evento pentecostale: cinque secoli tra fer­vore e disincanto; Elio CarloUno come un Figlio d’Uomo; Eleonora NatoliPer una formazione teologica come crescita integrata della persona; Fulvio FerrarioMorto per noi? Frequently Asked Questions

vol 73 :1

PROTESTANTESIMO vol 73 : 1

Editoriale, Paolo, Lutero, Haeckel; Eric Noffke, Giustificazione? Fede e salvezza in Paolo, a cinquecento anni da Lutero; Paola Mollo, Saul contro Davide: spunti per una lettura «psicologica» di I Samuele 18-20; Gianmarco Schiesaro, Il protestantesimo italiano e la sfida dei monismi; Sergio Rostagno, Scusi Dottor Lutero, perché dovrebbe aver ragione solo Lei?

PROTESTANTESIMO vol 74 : 2

PROTESTANTESIMO vol 74 : 2

EditorialeDio all’opera; Mauro BelcastroL’azione predestinante di Dio nell’epistola ai Romani: (pre-)determinazione e libertà divina da­ vanti all’impossibilità umana; Alessandra Pecchioli , La traduzione BIR nel contesto della storia delle traduzioni bibliche; Daniele GarroneAncora su Stiffelio: un’opera protestante?; Bruno RostagnoRiforma co­me decisione e resistenza. Barth nella lotta e nello sguardo retrospettivo

abstract vol 72 : 2-3

Paolo Ricca, Perché celebrare la Riforma?

Celebrare, cioè esaltare pubblicamente, commemorare o semplicemente ricordare la Riforma? Senz’altro essa va celebrata perché è stata un’opera di Dio, che i riformatori hanno subito piuttosto che promosso. Nonostante alcuni lati oscuri, come il ricorso all’autorità politica per reprimere i dissidenti, la strage dei contadini, l’atteggiamento contro gli ebrei, la rottura tra Lutero e Zwingli, la Riforma ha arricchito di cinque perle la cristianità europea: il solus Christus, la libertà della coscienza, vinta solo dalla Parola di Dio, la grazia incondizionata, la libertà del cristiano, la creazione non solo di un nuovo modello di chiesa basato sulla Scrittura, ma di una vera e propria civiltà.

Paolo Ricca, Why Celebrate the Reformation?

Should the Reformation be celebrated – that is to say exalted publicly – commemorated or simply remembered? It should definitely be celebrated because it was a deed of God, which the Reformers underwent rather than promote. In spite of some dark aspects, like resorting to political authorities to suppress dissidents, the farmers’ massacre, the attitude towards the Jews and the breaking off between Luther and Zwingli, the Reformation enriched European Christendom with five pearls: Solus Christus, the freedom of conscience – beat only by the Word of God – unconditioned grace, the freedom of a Christian and the creation not only of a new model of Church based on the Scriptures, but also a true and proper civilization.

Lothar Vogel, Wittenberg, la Bibbia come antidoto

Questo contributo intende contestualizzare le 95 tesi sulle indulgenze, inviate da Martin Lutero all’arcivescovo Alberto di Magonza il 31 ottobre 1517, nel- la storia politico-religiosa e nella teologia del suo tempo. La città di Wittenberg, sede dell’università nella quale insegnava, era il centro ecclesiastico e religioso di un principato importante e apparteneva a una zona del cristianesimo occidentale, i cui legami con la sede romana erano più deboli che altrove. Teologicamente, Lutero si formò in una scuola di pensiero caratterizzato da un ago- stinianismo antipelagiano, dalla mistica renana e dalla filologia rinascimentale, che convergevano in un potenziale riformistico motivato da una percezione critica della religiosità consuetudinaria. Al centro di quest’approccio è la lettu- ra della Bibbia, adoperata in una chiave critica. La Riforma portata avanti da Lutero cercò di tradurre questi impulsi, pur con tutti i condizionamenti del suo tempo, in realtà ecclesiastica.

Lothar Vogel, Wittenberg, the Bible as an Antidote

This contribution aims at contextualising the 95 Theses on Indulgences, which Martin Luther sent to Albrecht, Archbishop of Mainz on 31 October 1517, placing them within the political and religious history, and the theology of that time. The town of Wittenberg, which was the seat of his university, was the ecclesiastical centre of an important principality, and part of a region in which the links with the Holy See were much weaker than elsewhere. From a theological view- point, Luther represented a school in which an anti-Pelagian Augustinianism, German mystics and Renaissance philology worked together and converged in- to a reformist attitude which criticized the religious customs of the time. The centre of his approach is the reading of the Bible, performed in a critical way. The Reformation launched by Luther attempted to express these impulses, with- in the limits imposed by the conditions of the time, into ecclesiastic practice.

Emidio Campi, Liberi e diversi nella verità evangelica: l’esempio svizzero

La Riforma ebbe un’origine e un decorso particolari nelle città-stato della Confederazione Elvetica, dove sorse la corrente riformata del protestantesimo, parallela ma non identica a quella luterana. Sebbene il pensiero dei riformatori svizzeri collimasse sostanzialmente con quello dei riformatori tedeschi sui principali articoli dottrinali, essi si distinsero con precisa consapevolezza da Lutero e dai suoi collaboratori su alcune questioni teologiche e ecclesiologiche di peso. Il saggio esamina la dottrina della salvezza e la concezione del rapporto tra il potere spirituale e secolare, ossia un tema teologico e uno di etica politica, da cui emergono sia le comunanze sia le differenze tra la Riforma svizzera e la Riforma tedesca.

Emidio Campi, Free and Different in Protestant Truth: the Swiss Example

The Reformation had a particular origin and development in the city-states of the Swiss Confederation, where the Reformed current of Protestant thought, parallel but not identical to the Lutheran Reformation, originated. Although the thought of the Swiss reformers almost coincided with that of the German Reformers as regards the principal articles of doctrine, the Swiss differed consciously from Luther and his collaborators on some relevant theological and ecclesiological matters. This essay examines the doctrine of salvation and the view of the relationship between spiritual and secular power, that is to say a theological the- me and one of political ethics, from which both the shared and the differing ideas between the Swiss and German Reformation emerge.

Emanuele Fiume, Ginevra: dal declino alla città simbolo

La città di Ginevra, entrata in una fase di decadenza nei decenni precedenti alla Riforma, visse un profondo mutamento senza variare la propria architettura istituzionale, se non con il trasferimento definitivo dei poteri dal vescovo al Piccolo Consiglio. Con la Riforma non furono costruiti nuovi luoghi di culto, ma ebbero luogo dei cambiamenti nel rapporto tra chiesa e autorità politica, nell’accoglienza e nell’inserimento nel tessuto cittadino di migliaia di profughi per motivi religiosi e in un notevole sforzo per rendere l’istruzione pubblica obbligatoria per tutti e di alto livello. La Ginevra di Calvino poté ergersi in pochi decenni nel simbolo della Riforma in Europa e più tardi nel simbolo di una ci- viltà della libertà di matrice protestante.

Emanuele Fiume, Geneva: from Decline to Symbol City

The city of Geneva, which had entered a period of decadence in the decades before the Reformation, underwent a profound change without really changing its institutions, with the exception of the definitive transfer of power from the Bishop to the Small Council. No new places of worship were built with the Reformation, but there were changes as regards the relationship between the Church and political authorities, the welcoming and inclusion in city life of the thousands of religious exiles and the remarkable effort to make public education compulsory for everyone, at a high level. Calvin’s Geneva became, in a few decades, the symbol of Reformation in Europe and, later, the symbol of a civilization of freedom of Protestant origin.

Dorothea Wendebourg, La via di mezzo della chiesa anglicana

La chiesa d’Inghilterra, ovvero la Ecclesia anglicana, è un fenomeno ecclesiastico particolare: in essa elementi tradizionali e l’aspetto cerimonioso e gerarchico della cosiddetta High Church sono integrati in un insieme evangelico, per cui appare come una via di mezzo tra la chiesa cattolico-romana e le chiese della Riforma. Ciò è il risultato di una complessa storia di riforma, dalla rottura con Roma di Enrico VIII a Elisabetta I e al movimento dei puritani. Le tappe di questa complessa vicenda sono qui ripercorse con attenzione alle spesso carenti motivazioni teologiche dei vari passaggi. Questa carenza spiega la successiva accentuazione di elementi tradizionali, come il rito eucaristico e l’episcopato, percepiti come irrinunciabili.

Dorothea Wendebourg, The Middle-of-the-road of the Church of England

The Church of England, or Ecclesia Anglicana, is a particular ecclesiastical phenomenon: traditional elements, and the ceremonial and hierarchical aspect of the High Church are integrated in a Protestant whole, so that it appears to be in between the Roman Catholic Church and the Churches of the Reformation. This is the result of a complex history of reform, from Henry VIII’s rupture with Rome to Elizabeth I, and the Puritan movement. The Author runs through the stages of these complex events, with particular attention to the frequent lack of theological motivation in the various phases. This lack explains the successive accentuation of traditional elements like the Eucharistic rite and episcopacy, which are considered essential.

Giancarlo Pani, Giustizia

Una lenta maturazione porta Lutero a scoprire il significato del termine «giustizia» e a elaborare la teoria della giustificazione per fede. La scoperta è del 1515, anno dei commenti al Salterio e delle lezioni sulla Lettera ai Romani; Lutero vi torna dopo il 1535 nelle lezioni sulla Genesi, confortato dal De spiritu et littera di Agostino, e nel 1545 nella Prefazione al primo volume delle sue opere latine. Valutando analogie e differenze, si rileva che nella fase iniziale Lutero non sente contrasto con l’interpretazione tradizionale e non si esalta per una scoperta così innovatrice, segno che essa non è frutto di ispirazione improvvisa, ma di ricerca concettuale.

Giancarlo Pani, Justice

A slow spiritual growth brought Luther to discover the meaning of the word “justice” and to develop the theory of Justification by Faith. This discovery happened in 1515, the year of his comments to the Psalter and the lectures on the Epistle to the Romans; Luther came back on the subject after 1535 in his lectures on Genesis, being supported by De spiritu et littera by St. Augustin, and in 1545 in the Preface to the first volume of his works in Latin. If we consider the similarities and the differences, we note that initially Luther did not feel that there was any contrast between his theory and the traditional interpretation, and was not elated by such an innovative discovery. This shows that it was not the result of sudden inspiration, but of a conceptual research.

Fulvio Ferrario, Ragione

L’intervento presenta alcune note a margine delle tesi presentate da Lutero nel 1539 sul tema Verbum caro factum est: il tema è costituito dal rapporto tra la ragione filosofica e il paradosso della rivelazione. La critica di Lutero non dovrebbe essere interpretata in senso piattamente irrazionalistico, bensì come ricerca di orizzonti del pensiero e del linguaggio conformi al messaggio evangelico. La posizione di Lutero viene poi riletta nel quadro dell’odierno dibattito sul- la ragione teologica e sul suo rapporto con il pensiero secolare.

Fulvio Ferrario, Reason

The article offers some marginal notes on the Theses presented by Luther in 1539 on the theme Verbum caro factum est: the theme is based on the rapport between philosophical reason and the paradox of revelation. Luther’s criticism should not be interpreted in a simply irrational sense, but rather as the research of horizons of thought and language in conformity with the Protestant message. Luther’s position is then examined against the background of the present debate on theological reason and its relationship with secular thought.

Hans-Martin Barth, Parola

Quella di parola di Dio è notoriamente, per Lutero, una (o, almeno da un certo punto di vista, la) nozione centrale dell’esistenza cristiana, e dunque anche della teologia. Essa non è in primo luogo comunicazione di contenuti, ben- sì la realtà di Dio stesso in azione nella storia. La vocazione della chiesa risiede nell’affidarsi a tale azione, in una caratteristica passività che, per il riformatore, racchiude il vero agire della fede. L’analisi prosegue interrogandosi sul fatto che, nel contesto odierno, questa nozione non possiede più una simile immediatezza e deve essere nuovamente accostata nel quadro assai complesso del confronto con le religioni e con la sensibilità secolare.

Hans-Martin Barth, Word

The concept of Word of God is notoriously for Luther one (or, at least from a certain point of view, the) central notion of Christian life, therefore also of theology. It is not, in the first place, a communication of subjects, but rather the reality of God acting in history. The vocation of the Church is to trust in this action, in a characteristic passivity in which, for the Reformer, consists the true act of faith. The analysis then continues asking questions about the fact that, in the present context, this notion is not so immediate and needs to be approached again in the complex background of the confrontation with other religions and secular sensitivity.

Silvana Nitti, Libertà

Per Lutero la libertà è una liberazione che viene dal di fuori dell’uomo e lo salva dall’opprimente convinzione che la sua libertà consista nell’operare per meritare la propria salvezza, mentre è asservito al peccato. Giustificato per grazia, l’uomo è libero di operare nel «regno della ragione», può e deve operare nella storia, negli ambiti della politica, dell’economia (a cominciare dalla famiglia) e della chiesa, esercitando le sue forze fisiche come il suo intelletto. Le opere non hanno più lo scopo di «difendere e salvare» chi le compie, ma sono l’azione di una «volonterosa, lieta vita per servire il prossimo gratuitamente». La liberazione dalle opere, diventa responsabile libertà delle opere.

Silvana Nitti, Freedom

According to Luther, freedom is a liberation which comes from outside man and saves him from the oppressing conviction that his freedom consists in work- ing to merit his own salvation, while he is enslaved by sin. Justified by grace, man is free to work in the “kingdom of reason”, can and must work within his- tory, in the spheres of politics, of economy (starting from his family) and of the Church, using his physical strength as well as his intellect. The purpose of actions is not to “defend and save” the person who performs them, but are the act of a “willing, happy life in order to serve one’s neighbours gratuitously”. Liberation from actions becomes a responsible freedom of actions.

Kurt Cardinale Koch, Il primato dell’accogliere rispetto al fare. Sull’attualità della dottrina cristiana della giustificazione

La Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione del 1999 è un segno dell’avanzato dialogo ecumenico: ma come può questo messaggio esse- re credibile nel mondo attuale, così diverso da quello di Lutero, anche a seguito della critica nei confronti della coscienza del peccato espressa da Nietzsche? Oggi occorre procedere in senso inverso e risalire dalla misericordia all’esperienza del peccato. Occorre altresì riaffermare, nel rapporto fede-opere, la responsabilità dell’uomo nei confronti delle sue azioni, poiché la grazia di Dio non ostacola la collaborazione umana: Gesù, infatti, non è solo il Dio che si è abbassato fino all’uomo, ma è anche l’uomo che si è innalzato sino a Dio.

Kurt Cardinal Koch, The Primacy of Welcoming over Acting. On the Present Relevance of the Christian Doctrine of Justification

The joint Declaration on the Doctrine of Justification of 1999 is the sign of the advancing ecumenical dialogue: but how can this message be credible in the world of today – which is very different from Luther’s world – further to the criticism of the consciousness of sin as formulated by Nietzsche? Today it is necessary to proceed in the opposite direction and go from the concept of mercy to the experience of sin. It is also necessary to reassert, vis-à-vis the relationship be- tween faith and actions, the responsibility of man towards his actions, because the grace of God does not hinder the collaboration of man: Jesus is not only the God who abased Himself down to human level, but man also rose up to God.

Daniele Garrone, «Judenschriften» luterane: diffusione, ricezione, ripercussioni

Il convegno tenuto alla Friedrich-Alexander-Universität di Erlangen-Nürnberg nell’ottobre 2014 offre un fondamentale contributo di ricerca alla storia della ricezione e delle ripercussioni delle «Judenschriften» di Martin Lutero nel xix e nel xx secolo, cioè nel periodo cruciale dello sviluppo del nazionalismo tedesco e poi del nazionalsocialismo. I contributi sondano analiticamente vari ambiti e generi letterari. Il risultato è che se non esiste un filo diretto, a collegare Lutero con l’antisemitismo tedesco, le «Judenschriften» furono tuttavia utilizzate e diffuse dall’antisemitismo tedesco più di quanto fosse avvenuto nei secoli precedenti.

Daniele Garrone, Lutheran «Judenschriften»: Diffusion, Reception and Repercussions

The Convention which took place at the Friedrich-Alexander-Universität of Erlangen-Nürnberg in October 2014 offers a fundamental contribution to the research on the history of reception and repercussions of the «Judenschriften» by Luther in the 19th and 20th century, that is in the crucial period of the development of German nationalism and then of National Socialism. The various essays sound analytically various fields and literary genres. The result is that, al- though there is not a direct connection between Luther and German antisemitism, however the «Judenschriften» were used and spread by German antisemitism more than had been done in the previous centuries.